
Basterebbe un dato per smentire la percezione d’insicurezza legata agli stranieri: dal 2011 a oggi gli stranieri residenti sono cresciuti del 16% e il numero di reati complessivi denunciati è diminuito di circa il 10%.
E’ la percezione distorta della realtà, non i fatti, a far nascere le paure. Irretiti dal timore di perdere consensi, uomini delle istituzioni e dirigenti politici, appartenenti a diversi schieramenti, si rifugiano in trincea, invece che contrastare le menzogne con una comunicazione trasparente e veritiera. L’aumento degli stranieri in Italia non c’entra nulla con l’aumento della criminalità, anche perché più aumentano gli stranieri, più la criminalità diminuisce, semmai.
Tra il 2003 e oggi l’arrivo di quattro milioni di migranti non ha prodotto un aumento del tasso di detenzione, che si è anzi ridotto di un terzo, scendendo dall’1,16% allo 0,40.
Nel 2018, di contro, sulle strade italiane, si sono registrati 172.553 incidenti con lesioni a persone, causando 3.334 decessi e 242.919 feriti.Non sono certo i migranti ad attentare alla nostra vita e alla nostra salute. Migliaia di italiani muoiono sulle strade e nei cantieri e fabbriche o a casa loro, nei casi di calamità naturale, perché la vigilanza (sui luoghi di lavoro) è inesistente, le strade sono insicure e non si investe nel risanamento delle aree a rischio idrogeologico. La responsabilità – politica, morale – di coloro che predicano la paura è quindi duplice: indicano un falso obiettivo e mettono in secondo piano i reali temi della sicurezza del Paese.