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La paranza napoletana, De Luca giudica Sangiuliano. E lo condanna…

28/09/2024
in Articoli
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Vincenzo De Luca, presidente della Campania, “interrogato” da Claudio Cerasa, direttore del Foglio (16.9.24). Argomento, ancora il caso Sangiuliano-Boccia. L’ex Ministro, dimessosi, è napoletano, De Luca salernitano: stanno sulla tessa paranza, culturalmente, seppur distanti politicamente. Sintetizziamo le risposte di De Luca: evidente la perdita di freni inibitori nei piani alti delle istituzioni; è vicenda pubblica, non privata: “le vicende private sono quelle che si svolgono tra le mura domestiche, sono quelle che non hanno connessione con le responsabilità pubbliche. Ma se c’è un intreccio così evidente e così imbarazzante con le responsabilità pubbliche, allora queste non sono più vicende private. Sono cose che vanno affrontate. Sapendo che sono state violate delle regole elementari di civiltà istituzionale e democratica”; altro rilievondi De Luca:  “chi vince le elezioni ha il diritto di andare a governare, ovvia- mente. Ma l’importante è esercitare funzioni di governo senza confonderle con la conquista del bottino. In democrazia quando si esercita un potere non si conquista un bottino, si esercita una funzione.
Il nostro commento: Vincenzo De Luca,  con una punta di salacia  evidenzia una frattura nel “galateo istituzionale”. Le sue parole si concentrano su due aspetti principali: la perdita dei freni inibitori tra i vertici istituzionali e il fatto che una vicenda, pur essendo personale, diventi pubblica quando coinvolge responsabilità legate al potere pubblico. Secondo De Luca, gli avvenimenti privati si svolgono all’interno delle mura domestiche e non hanno connessioni con le responsabilità pubbliche, ma quando c’è un intreccio evidente e imbarazzante con queste ultime, si supera il confine tra privato e pubblico.

Inoltre, sottolinea un principio fondamentale della democrazia: chi vince le elezioni ha il diritto di governare, ma senza confondere il potere con la “conquista del bottino”. Il potere non deve essere visto come un premio personale, bensì come una funzione da esercitare nell’interesse collettivo, un concetto che sembra essere stato trascurato in questa vicenda. Quindi, implicitamente, De Luca critica quella che ritiene una caduta di stile nelle istituzioni, un allontanamento dalle regole basilari della civiltà istituzionale e democratica. In sintesi,  un’ammonizione contro la politicizzazione delle istituzioni e la mancanza di una corretta separazione tra pubblico e privato

Il nnostro punto di vista sulla vicenda riflette le osservazioni di De Luca riguardo all’importanza della distinzione tra pubblico e privato nelle istituzioni. Quando un rappresentante pubblico occupa una posizione di potere, è fondamentale che mantenga un comportamento che rispetti le regole democratiche e istituzionali. Il rischio di confondere il potere con un “bottino” personale, come sottolinea De Luca, è un fenomeno che può minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Le istituzioni democratiche dovrebbero essere guidate da principi di trasparenza, responsabilità e rispetto delle regole, e qualsiasi comportamento che possa creare imbarazzo o mettere in dubbio l’integrità di chi governa va affrontato con serietà. Il caso Sanngiuliano mostra come sia facile scivolare in dinamiche di potere personali che sfociano in una percezione di abuso, il che è problematico per una democrazia sana.

Quando qualcuno ricopre una carica pubblica, inevitabilmente alcune scelte personali diventano soggette a scrutinio, perché influenzano l’esercizio delle proprie responsabilità pubbliche. Questo non significa invadere la sfera privata, ma piuttosto riconoscere che chi detiene il potere deve agire con maggiore responsabilità e attenzione, poiché le sue azioni hanno un impatto più ampio. Quindi, il punto critico è proprio il mantenimento del decoro e della sobrietà nelle istituzioni: quando vengono meno questi elementi, si rischia di alimentare un senso di sfiducia nella politica, una dinamica che può essere molto dannosa per la tenuta della democrazia stessa.

Il nostro commento assomiglia ad un sermonne, laico. Faremo in modo che non si ripeta.

Quando si verifica una frattura tra comportamenti personali e responsabilità istituzionali, è necessario chiamare le cose con il loro nome. Se chi governa confonde la funzione pubblica con l’opportunismo personale, siamo di fronte a un fallimento della democrazia. Questo tipo di situazioni, come quella che riguarda il caso Sangiuliano-Boccia, espone una vulnerabilità nelle nostre istituzioni che non può essere ignorata o minimizzata.

La politica richiede responsabilità, e quando queste vengono meno, le critiche devono essere forti e chiare.

Quando si verifica una frattura tra comportamenti personali e responsabilità istituzionali, è necessario chiamare le cose con il loro nome. Se chi governa confonde la funzione pubblica con l’opportunismo personale, siamo di fronte a un fallimento della democrazia. Questo tipo di situazioni, come quella che riguarda il caso Sangiuliano-Boccia, espone una vulnerabilità nelle nostre istituzioni che non può essere ignorata o minimizzata. La politica richiede responsabilità, e quando queste vengono meno, le critiche devono essere forti e chiare.

IL sermone resta tale, ma qualcosa è cambiato.

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Tags: claudio ccerasasangiulianoVinncenzo de luca

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