48 nuovi reati sono stati istituiti nel biennio del governo in carica, con un aumento delle pene per 417 anni. La popolazione carceraria è aumentata. Il primo reato istituito riguarda i rave, le adunate giovanili non autorizzate (non era necessaria una legge per perseguire manifestazioni non autorizzate). Un reato, di grande rilevanza, è stato cancellato: l’abuso d’ufficio, che offre una copertura agli amministratori pubblici.
L’inasprimento delle pene arriva in parallelo ad una costante diminuzioni dei reati commessi: nel 2024 infatti reati sono diminuiti dell’1,8% rispetto all’anno precedente, con un calo del 13,1% negli omicidi volontari. Il governo Meloni ignora la tendenza positiva, promuovendo nuovi reati e inasprendo le sanzioni esistenti. La percezione di insicurezza generata da una comunicazione pubblica ha creato un allarme sociale, che scommette sui dividendi alle urne elettorali: un circolo vizioso nato dal vantaggio di consensi assicurato a chi lo promuove.








