“ Buonanotte, papà Donald…”
(Da Simone Cristicchi, a sua insaputa)
Quando tornerai piccolo
ti aiuterò a capire chi sono,
Baron, William come tu vuoi
Ti aiuterò a capire chi sei,
e quel Donald che non sei mai stato
Non dovrò aspettare tanto, lo so…
ma ti starò vicino per il tempo che serve,
come non ho fatto mai.
Rallenterò il passo se camminerò veloce.
Parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai.
Che sei nato il 14 giugno 1946
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito,
ti dirò di mamma,
Ti insegnerò a ritrovare la strada di casa,
Ti ripeterò il mio nome mille volte
perché tanto te lo scorderai.
Ti sopporterò, come non ho fatto mai,
sembrerai leggero come un bambino sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena insieme ai camerieri
io che so fare il caffè a malapena.
Ed allungherò i giorni insieme a te
per ricordarti tutto ciò che il mondo non sa
e sconfiggeremo anche il tempo:
ch’è andato via invano.
Ci sono cose che non puoi cancellare
cose che non hai mai vissuto.
grugniti pieni di silenzio
grugniti fatti di niente,
grugniti disadorni,
grugniti inconcludenti
che non so descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di non vederti cambiare
c’è la fatica di doverti accettare.
Ci sono pagine di vita
che. non avrei voluto vivere
Ci sono pezzi di memoria
che non so dimenticare…
Quando tornerai piccolo
E dovrà pur accadere,
alla fine
ti insegnerò ad esser mio padre
Ti stringerò talmente forte
che non avrai paura nemmeno della morte.
Tu mi darai la tua mano; io un bacio sulla fronte.
Ma solo da lontano, tanto lontano
Adesso è tardi, fai il bravo.
Buonanotte, papà Donald
(adattato da “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi)








