Le telefonate, Corriere della Sera (10.2.25), sembravano proprio provenire dal ministero della Difesa…, la voce pareva quella del ministro Guido Crosetto… A tutti il falso collaboratore del ministro Crosetto avrebbe chiesto di fare con urgenza un consistente bonifico su un conto bancario di Hong Kong, per contribuire nel massimo riserbo e con la massima urgenza al pagamento del riscatto per la liberazione di alcuni giornalisti italiani presi in ostaggio in qualche angolo del mondo, evocando la ragion di Stato. Con la garanzia che, in un secondo momento, la Banca d’Italia avrebbe rimborsato l’importo.
La truffa ai danni del Gotha dell’imprenditoria italiana (automotive, moda, farmaci, distribuzione, finanza), ha suscitato stupore, ma anche domande e perplessità, lasciando perfino sospettare ad uno test di “buona condotta” dei cosiddetti poteri forti nei confronti del governo.Il complottismo è vontagioso.
Sembra inverosimile che gli autori della truffa abbiano creduto di violare la barriera di controllo e di cautela dei bersagli, noti per la loro perspicacia e intelligenza creativa nel mondo dell’imprenditoria, altrettanto inverosimile che una delle vittime sia potuto cadere nella trappola.
E’ questa anomalia a scatenare i malpensanti: è stato un diabolico piano studiato per conoscere il livello di sudditanza dei poteri forti? Solo in un caso, stando alle informazioni finora trapelate, il bersaglio ha preferito mettere mano al portafogli piuttosto che correre il rischio di scontentare il Ministro, del tutto estraneo alla frode, e coinvolto suo malgrado nel fishing stellare.
E’ lecito in questa fase mantenere un pizzico di scetticismo sui risultati della truffa, considerando il legittimo bisogno delle vittime di non guastare l’immagine così faticosamente conquistata di accorti uomini d’affari o essere giudicati, ancor peggio, soggetti molto sensibili ai bisogni del potere politico.