Siccome l’ammiraglio Cavo Dragone, consultore capo della Nato ci ha fatto sapere ciò che sappiamo, che l’Italia subisce silente ogni genere di ingerenza e sabotaggio, la cosiddetta guerra ibrida di ispirazione russa denunciata dal Ministro Crosetto, aprendo alla necessità di scoraggiare il subdolo nemico, il tavolo del governo ha perso due delle tre gambe: i patrioti d’Italia, in testa Salvini, in seconda battuta Meloni (dal Bahrein, lontanissima da Donald Trump), hanno bacchettato l’Ammiraglio, perché è uno…che parla assai. Bisogna misurare le parole. Quando si conta quanto il due di coppe, se non si gioca a tressette.
Salvini lo ripete ogni giorno, anche nelle feste comandate, che sulle guerre – Ucraina, Gaza – gli italiani e gli europei non devono immischiarsi, lascino fare a Trump e Putin, che sono come la magnesia San Pellegrino, buonanima, che lavora mentre noi dormiamo. IL due di coppe faccia il due di coppe, insomma. Eppoi, Putin è un amico, almeno quanto Trump per Giorgia Meloni.
Premesso che gli strumenti di scoraggiamento è bene metterli in campo piuttosto che annunciarli, specie se si hanno le stellette sul petto, l’invito all’ammiraglio a starsene zitto, in sintonia con Putin (se gli europei vogliono la guerra, li accontentiamo…) ci restituisce l’immagine di un Paese che parla, pensa, agisce per delega.
Meloni richiama l’ammiraglio Nato italiano, Salvini presidia giorno e notte il fronte russo dalla sua trincea putiniana, sotto gli occhi dell’astutissima Premier, affatto turbata dal patriottismo russofilo del Vice. Meloni deve rimanere nel solco della contrattazione fra Trump e Putin, con le sceneggiate, le finte dispute, gli affari. La Lega, gemellata a Russia Unita, le fa comodo. L’Ucraina resta nel suo cuore, ma quella spina al fianco la costringe a tirare il freno a mano sugli aiuti all’Ucraina, la qualcosa non scontenta affatto l’amico americano.
I patrioti italiani sono un capolavoro di scaltrezza ibrida. Putin da tre anni terrorizza l’Europa minacciando l’uso delle armi nucleari, e la sfida ora a imbracciare le armi, a causa dei timidi accenni dell’ammiraglio italiano Cavo Dragone alle scorribande russe (sabotaggi, ingerenze, droni ecc).
Se dovessimo giudicare i patrioti dalla loro devozione a Trump e Putin, piuttosto che alla patria, la fedeltà a Dio Famiglia non la riterremmo scontata, tutt’altro.








