E’ finita la sceneggiata, chi non s’arrende è perduto. Dopo la dottrina Trump, che celebra il de profundis dell’Europa, ecco la pagella per chi non avesse voglia, tempo, competenze per leggere il futuro del Vecchio Continente in 33 pagine. Non c’è da stare allegri. Entro vent’anni, secondo dottrina, saremo travolti. Da che cosa? Dai nostri errori, naturalmente. E quali sono questi errori epocali? Non mettersi al servizio del Presidente USA e non cacciare i nemici in casa. Chi credeva di averlo fatto, si è sarà chiesto: in che cosa ho sbagliato? In Italia, la Premier è stata una plaudente in servizio permanente effettivo. Gli altri leaders hanno usato estrema prudenza, alimentando perfino il narcisismo esagerato del Presidente USA.
Non è bastato.
Sono arrivate le pagelle: brutti voti, bocciatura senza rimedio. Donald Trump le ha elaborate nel corso di una intervista che ha avuto l’effetto di un sisma distruttivo; sulla lavagna trumpiana la lista degli europei buoni accoglie ora gli intelligenti; la lista dei cattivi, gli europei stupidi, anzi “molto stupidi”; tutti comunque deboli e perciò ininfluenti.
I criteri con cui il Presidente degli Stati Uniti attribuisce qualifiche e voti non sono né segreti, né misteriosi, né complessi, né semplicemente maleducati. Non c’entra il galateo o la qualità degli elementi di cui Trump si serve per elaborarli: i buoni e intelligenti sono coloro che si adeguano alle scelte, i bisogni, le necessità, emergenti e future degli Stati Uniti, individuate ed aggiornate di volta in volta; coloro che non obbediscono agli ukase della Casa Bianca entrano nella black-list degli stupidi “molto stupidi” e cattivi. Una collocazione quasi fisiologica.
Non è una novità che Trump sia infastidito dall’esistenza dell’Unione Europea, a prescindere dai comportamenti e dai suoi torti. Già nel primo mandato Trump mostrò la sua incontenibile inimicizia contro l’UE, finanziando il referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione.
Alla vigilia dell’introduzione dei dazi. e di obblighi onerosi come l’acquisto di energia ed armi, gli europei sono stati giudicati infidi parassiti.
La sceneggiata, durata dieci mesi, sull’ Ucraina e le terre rare, aveva suggerito all’Europa una grande cautela ed ai leaders più vicini alla Casa Bianca, come Meloni, un atteggiamento di sostanziale subalternità sull’altare di una proficua alleanza politica e strategica, nell’illusione che ci si potesse ritagliare un ruolo di mediazione.
Le pagelle sull’idiozia dei governanti non sono soltanto un’altra, l’ennesima, prova di una rottura irreversibile e frontale, ma la fine di un’epoca, 80 anni di atlantismo talvolta insopportabile, ma utile a mantenere la pace in Europa e gli equilibri geopolitici del mondo.
Trump ora affonda la sciabola, gioca a carte scoperte. Dopo avere sperimentato la ruvida partnership russa, negoziata sottobanco e sperimentata in passato (esistono dossier ufficiali sulle ingerenze di Putin nella campagna presidenziale americana nel primo mandato), il Presidente ha chiuso i patti con Putin, e licenziato in tronco l’Europa, ricevendo il pubblico plauso del Cremlino. Finanzierà l’antieuropeismo ovunque esso si alimenta, parlerà solo ai governi europei che s’adeguano.
Le pagelle anticipano un futuro di vassallaggio, ben al di là della mera protezione dei padroni del web. L’obiettivo è la fine della democrazia liberale, ormai inadeguata a governare il nuovo mondo, perché appesantita dalle regole del multilateralismo e da organismi internazionali che decidono a spese dei più forti.
L’Europa non potrà rimanere una delle più potenti economie del mondo. Che Trump giochi a carte scoperte, potrebbe essere una nota positiva, impone reazioni e suscita decisioni di sopravvivenza, ma l’Europa stenta a trovare una risposta all’altezza della svolta epocale. Eppur si muove.
L’Italia galleggia, arrampicandosi (Meloni, Tajani) senza convinzione all’atlantismo colpito a morte, nella speranza che la sua anima sopravviva. La fede nell’Occidente, manifestata pochi iorni fa da Meloni, si è rivelata una petizione di principio. L’Occidente di Trump è nemico dell’Occidente del Vecchio Continente. E poi c’è Salvini, il nemico dell’Europa in casa. Può con tare su una sponda nell’opposizione.
Trump amerebbe giocare con il morto, l’UE. Pretende la resa, la certificazione del fine vita.
L’Ucraina non è solo il Paese europeo aggredito ed invaso, ma l’ultima mano di una partita, la cui posta è il destino dell’umanità, la sopravvivenza della sua civiltà democratica. L’alternativa, infatti, è il modello russo e quello trumpiano, tutto il potere nelle mani dell’uomo forte. Una svolta drammatica. Abbracciando Zelensky, accolto a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha rivolto gli occhi al cielo, come fanno gli innamorati…spaventati del futuro. Merita un fermo immagine, a futura memoria.




