Vittoria! ! Nel silenzio delle stamperie di casa nostra, Trump incassa il via libera della Corte Suprema: via dai documenti il “genere x”. Su passaporti e atti ufficiali sarà riportato solo il sesso biologico di nascita. Vince la scienza. Il resto sono ideologie o patologie
E’ il manifesto del negazionismo come arma politica. L’umanità sbianchettata per decreto. Il rifiuto della realtà, Nelle chat del centrodestra esultano, con l’enfasi di chi confonde un atto amministrativo con un esperimento di laboratorio. La Corte Suprema americana ha stabilito che sui documenti ufficiali comparirà soltanto il sesso biologico alla nascita. Euforia a destra: per loro avrebbe trionfato la scienza e non i giudici nominati da Trump.
Ma la “scienza” di cui parlano è una caricatura: quella dei cromosomi usati come manganello, della biologia piegata a ideologia, della realtà semplificata per decreto. In realtà, si cancella con un tratto di penna la complessità dell’identità umana, riducendo milioni di persone a un certificato di nascita. Non è una vittoria della scienza, ma della burocrazia più retriva.
L’America trumpiana — applaudita dal suo riflesso italiano — celebra il ritorno all’anagrafe come dogma politico, trasformando un campo di diritti in un terreno di crociate morali. È la stessa “scienza” che ieri negava il clima, che oggi decide chi può essere considerato “reale”. La stessa che confonde biologia con biopolitica.
E così la destra esulta come se avesse vinto una battaglia culturale, quando in realtà ha solo certificato la paura del diverso. Se davvero la scienza avesse vinto, non ci sarebbe bisogno di nascondere l’umanità dietro una “M” o una “F”.








