Il compromesso di Medjugorje, per chi crede sono miracoli, ma la Chiesa…

 Lo scorso 28 agosto 2023, la dichiarazione della “Regina della Pace”, diffusa dal Dicastero per la Dottrina della Fede e approvata da Papa Francesco, rappresenta un esempio paradigmatico: pur riconoscendo il valore spirituale dei pellegrinaggi a Medjugorje, e autorizzando i fedeli a recarsi lì per nutrire la propria fede, il Vaticano ha tuttavia evitato di attribuire un riconoscimento ufficiale alla soprannaturalità delle apparizioni mariane. È una scelta che, se da una parte cerca di preservare l’integrità teologica e il rigore dottrinale della Chiesa, dall’altra rischia di lasciare una parte significativa della comunità cattolica in uno stato di perplessità e frustrazione

Il dibattito attorno a Medjugorje, piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina noto per le presunte apparizioni mariane, generare inevitabilmente perplessità tra i fedeli e, forse, nella gerarchia ecclesiastica. Da un lato, vi sono coloro che vedono in queste manifestazioni un segno tangibile della presenza divina, un richiamo alla conversione e alla pace in un mondo turbato. Dall’altro, la Chiesa cattolica, con il suo tradizionale approccio prudente, sceglie di adottare una posizione che può apparire ambigua, e per alcuni addirittura contraddittoria.

Per i milioni di pellegrini che ogni anno si recano a Medjugorje, le apparizioni della Madonna non sono semplicemente un mistero da investigare, ma una realtà vissuta profondamente nel cuore della propria fede. Le testimonianze di conversioni radicali, guarigioni spirituali e fisiche, e di esperienze mistiche vissute in quel luogo, fanno di Medjugorje un simbolo potente della “Chiesa dei miracoli”, una dimensione della religiosità spesso trascurata nei dibattiti accademici e mediatici.

Tuttavia, il mancato riconoscimento ufficiale delle apparizioni rischia di gettare un’ombra di scetticismo su queste esperienze. Molti fedeli si sentono traditi o ignorati, come se la loro devozione venisse svalutata o relegata ai margini della Chiesa istituzionale. Il fatto che la Chiesa permetta e promuova i pellegrinaggi senza concedere una legittimazione teologica completa delle apparizioni può essere interpretato come una concessione parziale, una sorta di “indulgenza non plenaria” che riconosce i frutti spirituali di Medjugorje, ma senza accettarne la radice.

Questo approccio pragmatico può apparire, agli occhi dei devoti, come un compromesso che serve più a proteggere l’immagine e la stabilità della Chiesa piuttosto che a sostenere pienamente la fede di coloro che trovano in Medjugorje un segno del divino. Le apparizioni mariane, come i miracoli, sono eventi che richiamano attenzione e devozione, ma che al contempo espongono la Chiesa a critiche e pressioni esterne, specialmente in un’epoca in cui il secolarismo avanza e il soprannaturale viene messo in discussione da molteplici fronti.

 La scelta della Chiesa di adottare una posizione di equilibrio non è casuale. Storicamente, il Vaticano ha sempre mantenuto un approccio cauto di fronte a fenomeni mistici o apparizioni mariane. Anche Lourdes e Fátima, oggi riconosciute ufficialmente, furono inizialmente accolte con scetticismo e attente indagini. La preoccupazione principale è sempre stata quella di evitare che il culto popolare degenerasse in forme di devozione non ortodosse o, peggio ancora, che gli eventi miracolosi si trasformassero in fenomeni mediatici non controllabili, rischiando di danneggiare la reputazione della Chiesa stessa.

In questo senso, il pragmatismo della Chiesa nei confronti di Medjugorje può perciò essere letto come una strategia per evitare il rischio di un “boomerang”. La promozione ufficiale di un evento soprannaturale non verificabile con metodi scientifici o teologici rigorosi potrebbe esporre l’istituzione a critiche o, nel peggiore dei casi, a un ridimensionamento della sua autorità. In un mondo in cui la fede è sempre più messa alla prova dalle dinamiche della modernità, la Chiesa sembra voler mantenere un equilibrio tra la promozione della spiritualità popolare e la difesa della sua immagine di istituzione seria e credibile.

Questo atteggiamento di prudenza, però, non è senza costi. La mancata legittimazione piena delle apparizioni di Medjugorje rischia di alienare una parte della comunità cattolica, che vede in quei segni miracolosi una testimonianza di una fede viva e vibrante. Il compromesso raggiunto, pur essendo razionalmente comprensibile dal punto di vista istituzionale, potrebbe quindi alimentare il disagio e la sfiducia tra i fedeli più devoti.

 Resta da vedere se questo approccio di prudenza riuscirà a preservare l’unità della Chiesa senza alienare una parte significativa della sua base spirituale, o se invece alimenterà tensioni in un momento storico in cui la fede e la fiducia nelle istituzioni religiose sono già messe a dura prova.

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