2027, Elon Musk conquista l’Italia, e gli italiani sono felici e contenti…

Elon Musk sembra avere una speciale attenzione per l’Italia, mostrandosi interessato alle opportunità offerte dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nonostante le critiche e la controversa comunicazione politica, è chiaro che Musk vede in Italia una porta d’accesso per il mercato europeo delle comunicazioni satellitari. La sua visione del futuro, che mescola ambizioni quasi fantascientifiche con sfide concrete, affascina milioni di persone e definisce nuovi orizzonti per la tecnologia e la società. Ma come avverte chi osserva con scetticismo, questa concentrazione di potere solleva interrogativi su quale direzione potrebbe prendere il mondo sotto l’influenza di figure come Musk e sue principali aziende, Tesla e SpaceX, sono oggi colossi con capitalizzazioni di mercato di centinaia di miliardi di dollari, ma il loro impatto va ben oltre i numeri. Musk incarna sia l’ideale di un futuro tecnologicamente avanzato e senza limiti, sia i timori di un dominio esercitato da un’oligarchia tecnologica, se non addirittura da un solo individuo.

Con Tesla, Musk ha spinto l’elettrificazione del trasporto, mentre SpaceX ha rivoluzionato il settore aerospaziale e si sta espandendo con Starlink, una costellazione di satelliti per internet globale. In Europa, e particolarmente in Italia, Musk sta ampliando la presenza di Starlink, anche grazie alla collaborazione strategica con Telespazio, la cui maggioranza è detenuta dalla società italiana Leonardo. Questo accordo potrebbe posizionare Starlink come una risorsa chiave per le connessioni nelle “aree grigie” d’Italia, un progetto già destinatario di finanziamenti pubblici significativi.

L’ipotesi di un’influenza estesa e strategica di Elon Musk in Italia, nell’eventualità di una vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, prefigura scenari non lontani da una distopia, ma in cui gli elementi di realtà appaiono fin troppo tangibili. Musk, con il suo portafoglio di aziende che spaziano dai veicoli elettrici alle tecnologie aerospaziali, fino ai sistemi satellitari globali di Starlink, ha già messo radici significative in Italia, percepita come una porta d’accesso privilegiata al mercato europeo. Con la nascita della sede italiana di Starlink e il recente accordo con Telespazio, il miliardario sudafricano ha intrapreso una strategia che va oltre il mero commercio e sembra piuttosto una costruzione infrastrutturale, mirata a estendere la sua influenza economica e sociale in territori “grigi,” fisici e non solo, dove ancora esistono vuoti legislativi e zone d’ombra di difficile regolamentazione.

In un contesto geopolitico dominato dal ritorno al potere di Trump, Musk potrebbe trovare un’alleanza naturale per rafforzare un asse conservatore che, partendo dagli Stati Uniti, trovi eco in Europa, e in particolare in Italia, dove il governo Meloni già dimostra affinità e disponibilità a collaborare su terreni strategici e tecnologici. Questo scenario potrebbe agevolare l’ascesa di una comunità lobbistica, in grado di sostenere non solo gli interessi di Musk, ma di legittimare una piattaforma più ampia che integra interessi economici con una visione politica ispirata a un certo neo-sovranismo tecnologico.

La creazione di un tale network, economicamente robusto e fortemente orientato a un’ideologia di efficienza tecnologica, potrebbe esercitare una pressione crescente sulla struttura democratica italiana. Attraverso un sistema di incentivi economici, di investimenti in aree geograficamente e socialmente vulnerabili (le famose “aree grigie”), Musk potrebbe consolidare un consenso su larga scala, catalizzando il sostegno a politiche economiche e sociali di stampo autoritario. Questa comunità di interessi risulterebbe capace di penetrare profondamente nel tessuto politico italiano, rafforzando l’egemonia della destra e contribuendo a una stabilità apparente, che al contempo centralizza le decisioni in mano a una cerchia ristretta.

Se la politica italiana dovesse essere influenzata da una simile presenza, Musk potrebbe trasformare il paese in un laboratorio di sperimentazione per i suoi modelli di governance tecnologica, dove la libertà individuale e l’accesso alla rete vengono progressivamente rimodulati secondo principi di efficienza e controllo. Tale influenza, in sinergia con un governo nazionale disposto a mediare tra la propria sovranità e l’influenza di capitali stranieri, rischierebbe di condurre l’Italia verso una deriva oligarchica, dove il potere decisionale risiede in un’autorità tecnico-economica capace di scavalcare le istituzioni democratiche tradizionali.

In questa visione distopica, l’Italia verrebbe delineata come un hub per una rete di potere transnazionale in cui la tecnologia non è solo un mezzo, ma un fine che dirige e condiziona ogni aspetto della vita sociale e politica. La progressiva integrazione tra l’interesse privato di Musk e quello pubblico del governo nazionale potrebbe minare le fondamenta stesse della democrazia rappresentativa, laddove l’autonomia decisionale verrebbe progressivamente sacrificata in nome di un apparente progresso economico e tecnologico.

In questo scenario l’Italia rischia di trasformarsi in una colonia strategica, dove il potere tecnologico e il capitale internazionale delineano i contorni di un autoritarismo digitale, sostenuto da una comunità lobbistica tanto potente quanto invisibile, capace di alimentare una nuova forma di consenso, guidato da interessi che, lungi dall’essere patriottici, appartengono a un’oligarchia globale.

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