La notizia si fa monografia, dal vecchio quotidiano al long-form journalism

Sfoglio l’ultimo numero dell’Espresso, una monografia dedicata a Elon Musk, sfoglio Micromega, una monografia dedicata a Israele. La storia di mezzo secolo di editoria è sotto i miei occhi. Fino aglio anni sessanta i quotidiani cartacei hanno il monopolio delle notizie, i giornali della sera che gridano le notizie perché le anticipano. Con l’avvento della TV, le notizie dei quotidiani sono approfondimenti, e rubano il mestiere ai periodici; poi l’avvento dell’informazione digitale che cambia tutto…

La storia dell’editoria, dall’avvento dei giornali fino alla contemporaneità del digitale, è il racconto di una progressiva specializzazione dell’informazione e dei luoghi deputati alla cronaca, all’approfondimento, e all’inchiesta. Dalla stampa periodica, che risale al Seicento con le prime gazzette, alla molteplicità dei mezzi odierni, l’editoria ha adattato la propria funzione e la propria struttura in risposta alle trasformazioni tecnologiche e alle mutate esigenze del pubblico.

 

La stampa moderna prende piede tra Settecento e Ottocento, quando i giornali cominciano a diffondersi come mezzi di informazione accessibili al pubblico più vasto. I quotidiani non sono soltanto resoconti di cronaca, ma rappresentano anche uno strumento di orientamento politico e di dibattito culturale, talvolta unendo la notizia al commento. È il periodo in cui la carta stampata è pressoché l’unica fonte di informazione e gode di un’egemonia incontrastata.

 Durante la seconda metà dell’Ottocento, nascono i giornali della sera, pensati per soddisfare il bisogno di immediatezza informativa e aggiornamenti freschi. Fino agli anni Cinquanta del Novecento, i giornali hanno il monopolio delle notizie: gli avvenimenti del giorno diventano notizie che la mattina seguente, fresche di stampa, rimbalzano nelle piazze e nei caffè. La struttura della giornata informativa è scandita dalle pubblicazioni del mattino e della sera, con edizioni multiple per i principali quotidiani, la cui funzione è in primis informativa e solo secondariamente di approfondimento.

 Con la diffusione della televisione negli anni Cinquanta e Sessanta, l’editoria si trova di fronte a un nuovo mezzo che cambia radicalmente il modo di fruire le notizie. La televisione anticipa gli avvenimenti e diventa la fonte primaria di cronaca e di aggiornamento. Il quotidiano si riorganizza: invece di rincorrere la cronaca spicciola, assume un ruolo di approfondimento e commento. È in questo periodo che i settimanali, come L’Espresso in Italia, acquisiscono popolarità con un taglio investigativo, puntando su inchieste e approfondimenti che scavano al di là della superficie. La stampa periodica si specializza ulteriormente, e i mensili, come Micromega, si concentrano su analisi di lungo respiro e su tematiche specifiche.

 Dagli anni Novanta in poi, internet inaugura un’epoca di cambiamento che ridefinisce l’intero sistema editoriale. La cronaca è ormai dominio del web, e i quotidiani, sempre più schiacciati dalla rapidità dell’informazione digitale, accentuano il proprio orientamento verso gli approfondimenti e le inchieste esclusive. Il digitale cambia anche il modo di leggere: il lettore diventa più attivo, si muove tra diverse fonti, seleziona contenuti e approfondisce in modo autonomo.

 Oggi, i periodici e le pubblicazioni che si dedicano a temi specifici, come le monografie mensili di L’Espresso e Micromega, rispondono alla necessità di una riflessione lunga, quasi “atemporale,” che supera la frammentarietà del digitale. I lettori cercano analisi che facciano da antidoto alla marea informativa istantanea, ritrovando nello stile “monografico” la lentezza e la profondità dello studio. Anche i quotidiani digitali evolvono, proponendo long-form journalism, approfondimenti estesi che si avvicinano, per qualità e struttura, al libro. Questa ibridazione porta alla nascita di pubblicazioni in formato digitale e cartaceo, con volumi tematici che si presentano come testi di riferimento, quasi a cavallo tra il giornalismo e la saggistica.

 L’editoria ha attraversato una trasformazione da fonte primaria di notizie a luogo della conoscenza, dove ogni mezzo e ogni formato trova una collocazione specifica nel rispondere al bisogno umano di informazione. Dai giornali di cronaca rapida alla lente monografica dei periodici, ogni spazio editoriale diviene un tassello in un ecosistema che permette di comprendere il mondo non solo attraverso l’urgenza del fatto, ma anche tramite la riflessione, il commento, e il pensiero critico.

 

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