La parcellite, nuova malattia. Ne soffrono in tanti, a cominciare da Beppe Grillo

Salvatore Merlo, nobile (e spassosa) firma del Foglio, ha scoperto una nuova malattia; o meglio, la malattia che c’è sempre stata ma non ha ricevuto il battesimo, l’etichetta, il brand. Merlo attribuisce la primogenitura a Beppe Grillo, nel suo articolo sul Foglio dedicato al conflitto politico-legale fra il Fondatore del M5S e Giuseppe Conte, nel quale illustra i sintomi e le sofferenze che la parcellite procura a chi ne è affetto.

Nel caso preso in esame da Merlo, sarebbe Grillo a soffrirne in misura assai grave, e Giuseppe Conte a trarne vantaggio, trattandosi di una forma allergica che impedisce al Fondatore di mettere le mani nel portafogli per pagare le consulenze legali che la disputa in corso fra Fondatore e Rifondatore pretende. Andando a fondo della sofferenza di Beppe, secondo Merlo, Giuseppe Conte se la starebbe ridendo, essendo questi fra coloro che hanno diagnosticato da lunga pezza i sintomi del malessere, ed avendo avuto esperienza del sua incurabilità e disabilità che priverebbe  l’ex comico di ogni funzione vitale nei casi di prelievo forzoso.

La scoperta di Merlo, ovvero la rivelazione della esistenza della parcellite, non ha gettato nel panico alcuno, nemmeno nella ristretta cerchia degli adoratori dell’Elevato, né ha procurato sorpresa, perché, a dirla tutta, la parcellite è una specie di segreto di Pulcinella.

Dietro la percellite si nasconde una comunissima tendenza a blindare il portafogli, per quanto possibile, a meno che on si tratti di elargizioni e benefit a favore del portafogli. Insomma, senza farla lunga, Beppe avrebbe il braccino corto, sarebbe un comunissimo essere umano assai prudente nelle spese. Se così fosse, e non ne abbiamo alcuna contezza diretta o indiretta, più che di una scoperta, quella di Merlo è uno sdoganamento, che umanizza il Fondatore: ne fa attore protagonista, nel teatro di cartone della politica nazionale,  dell’Avaro di Molière, commedia in cinque atti ambientata a Parigi, che ha anche un altro titolo, più esplicito se volete, l’École du mensonge.

Trattandosi di una pièce di cinque atti, ed essendo quello in corso, a detta degli esperti, il terzo, forse il quarto atto, potremo goderci ancora lo spettacolo. Beppe, a teatro, non ha eguali. Scommettere su Conte, perciò, nonostante il gap della parcellite, non è affatto prudente.

 

 

 

 

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