Hollywood esce dallo schermo e si fa realtà

Ci sono quelli che credono nelle scie chimiche, che la terra sia piatta, che una spectre decida i destini del mondo, e quelli che si scandalizzano di tanta credulità, di un mondo di tanto affollato di sprovveduti. E’ stato sempre così, ma ora c’è dell’altro: i primi hanno conquistato, o comunque si apprestano a farlo, le stanze dei bottoni, dove si dominano i destini dei popoli. Alcune avvisaglie giungono dall’America, quella parte dell’America, considerata un impero, gli USA, dove è in corso una campagna elettorale per la elezione del Presidente. Succede che una delle parti in competizione accusi l’altra di muovere e controllare gli uragani, gli eventi atmosferici che da tanto tempo preoccupano il mondo scientifico a causa del riscaldamento atmosferico. Autorevoli membri del partito repubblicano credono che una sorta di deep state decida dove e quando devastare un territorio, colpirlo e punirlo per annientare la sua governance favorevole ad uno dei candidati alla Casa Bianca, segnatamente Donald Trump.

Un’anticipazione, invero, l’abbiamo avuta grazie ad Hollywood, ma era inimmaginabile, a parte i terrapiattismo, che il potere di destinare gli uragani nella location nemica uscisse dalle sale cinematografiche. Dobbiamo preoccuparci? E quali episodi, personaggi, circostanze nel recente passato e nei nostri giorni susciterebbero queste preoccupazioni?

Nel corso della storia, le teorie del complotto hanno sempre fatto parte della nostra cultura, rappresentando credenze che spesso rasentano il surreale. Dagli appassionati di scie chimiche ai terrapiattisti, dai sostenitori di una “spectre” che muove i fili del mondo, le ipotesi più disparate trovano un pubblico disposto a credervi. Tuttavia, oggi queste convinzioni sembrano essere più di semplici idee eccentriche. Sempre più frequentemente, vediamo persone con queste credenze conquistare posizioni di potere, suscitando preoccupazioni sulle implicazioni di una simile realtà.

 Gli Stati Uniti, da sempre terreno fertile per la cultura del complotto, stanno affrontando una nuova ondata di teorie non scientifiche, che sembrano ormai essersi insinuate perfino nel discorso politico mainstream. In particolare, alcuni membri del partito repubblicano ritengono che eventi atmosferici estremi, come uragani e tempeste, possano essere manipolati e diretti per fini politici. Secondo questa teoria, un’entità oscura, un “deep state”, utilizzerebbe il controllo climatico per colpire e destabilizzare stati favorevoli a uno dei candidati alla Casa Bianca, nel tentativo di influenzare le elezioni presidenziali.

Queste accuse sono state recentemente rilanciate in un clima di sfiducia, soprattutto durante la campagna elettorale che vede Donald Trump come candidato. Questo spostamento dalle argomentazioni politiche tradizionali a quelle complottiste segna un cambiamento radicale, che Hollywood aveva previsto in modo quasi profetico: ma il potere di manipolare il clima non erano considerato altro che fantascienza.

L’idea che sia possibile controllare il clima o, peggio, che esistano forze segrete che lo fanno deliberatamente per manipolare i risultati elettorali, rappresenta una seria minaccia alla coesione sociale e al funzionamento della democrazia. Il riscaldamento globale è una realtà scientificamente dimostrata, confermata da migliaia di studi e osservazioni. Gli uragani e le tempeste estreme sono conseguenze misurabili dell’aumento delle temperature globali, non strumenti manipolabili a piacimento da governi ombra. Ignorare queste evidenze in favore di teorie cospirazioniste può portare a un’erosione dell’interesse per la verità scientifica.

 Negli Stati Uniti, molti elettori di Trump hanno abbracciato teorie secondo cui forze oscure sarebbero coinvolte in trame contro l’ex presidente. Si è visto come il QAnon, un movimento complottista che crede in un presunto complotto da parte di un “deep state” contro Donald Trump, abbia trovato sostenitori perfino tra alcuni membri del Congresso. Questo tipo di retorica non è limitato alla politica americana: anche in Europa, figure di rilievo si sono espresse in favore di teorie cospirative, cercando di spiegare fenomeni complessi come la pandemia da COVID-19 come risultati di trame oscure. I social media hanno amplificato questi messaggi, creando eco chamber che rafforzano le convinzioni degli individui.

 Alla luce di questi eventi, dobbiamo seriamente riflettere sulla diffusione delle teorie del complotto e sul loro potenziale impatto sociale e politico. La crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni, combinata con una disinformazione diffusa, crea un terreno fertile per il radicamento di convinzioni non basate su prove. Educare i cittadini a pensare criticamente, promuovere l’alfabetizzazione scientifica e incoraggiare la trasparenza nelle comunicazioni governative sono tutti passi fondamentali per combattere la diffusione di queste teorie.

La storia ci ha mostrato come le idee che oggi sembrano marginali possano prendere piede, mettendo a rischio il futuro di una democrazia basata sulla scienza e sulla verità.

 

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