Il cliente legge il suo conto bancario: “Ma avete aumentato le commissioni?”, esclama, imbufalito, e l’impiegato allo sportello spiega con aria mite che si tratta di “un contributo per il contributo”. Sembra un calambour, un battuta di spirito, uno scioglilingua, ma non lo è affatto, ogni parola nella vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera (18.10.24), è appropriata e si trova al posto giusto. Il vignettista del. Corriere ci fa sapere che i sacrifici bancari sono assorbiti in tempo reale dai banchieri attraverso aumenti delle commissioni e che perciò a pagare, come sempre, sono quelli che i soldi non ce l’hanno o ne hanno poco.
Giannelli sgama una solenne presa per i fondelli a conclusione di una trattativa fra ministri e banchieri incentrata sulla tassazione degli extraprofitti delle banche: un gentlemen agreement o piuttosto un entante cordiale che sancisce il reciproco riconoscimento di sfere d’influenza nel Paese, che assegna la rendita di posizione ad una delle parti, i cosiddetti poteri forti. Il governo si accontenta di una anticipazione del dovuto (spogliato degli extraprofitti), e ringrazia le banche per il sacrificio che accetta di compiere.
La guerra all’inflazione ha procurato sacrifici alle famiglie gravate di mutuo e migliorato vertiginosamente il bilancio degli istituti di credito Abituati ad attribuirli – i sacrifici – alle famiglie italiane che hanno a che fare con le banche – mutui, prestiti ed altro – è oneroso apprezzare il cambio di destinatario, a fronte di una richiesta, urlata per anni di una tassa sui maggiori profitti incassati dalle banche italiane grazie alle scelte monetario della BCE a Francoforte.
Se i Ministri del governo in carica ringraziano i banchieri e non chi stringe la cinghia, una ragione c’è: nell’attuale governo c’è una parte politica, Forza Italia, il partito di centro moderato, che cura gli interessi della famiglia del suo fondatore (e degli eredi), presenti nel mercato finanziario con una quota molto significativa nel credito e nelle assicurazioni. L’altolà alla tassazione dei superprofitti delle banche è arrivato da una delle tre gambe della coalizione di centrodestra senza alcun pudore né timore che la difesa a spada tratta degli affari di famiglia potesse suscitare avversione, indignazione, contrarietà. Un caso palese di conflitto d’interesse. Non c’è stato bisogno di cavalli di frisia né di scavare trincee: le tre gambe della maggioranza di centro destra non mettono mai in pericolo la stabilità del tavolo di concertazione, la quadra la trovano sempre: io ti do una cosa a te e tu mi dai una cosa a me. Funziona così dall’inizio dei tempi. Una parte vuole l’Albania, l’altra l’autonomia differenziata e la terza, la protezione delle banche.
E’ irritante l’intero contesto, lo è di più ascoltare giudizi affrettati ed esageratamente elogiativi del governo verso la parte del Paese che i sacrifici non sa nemmeno che cosa sono.