La galassia di centro cerca una identità; è come cercare l’ago in un pagliaio. Gli eredi della DC sono emigrati in arcipelago composto da isole munite ed inespugnabili, partiti di modesta postura democratica (solo il PD fa congressi strutturati) ispirati, si fa per dire, da oligarchie e leadership, ma solidi e strutturati.
Il PD è guidato per la prima volta da un segretario che non è un ex (Pci o DC) ed è una donna. Dall’interno dei dem si soffre, il malessere nasce dal rammarico di contare poco o nulla. L’eredità della DC non sarebbe valorizzata. Se avessero ragione, i risultati sarebbero sorprendenti. Gli eredi della DC hanno avuto nel Pd tre segretari (Dario Franceschini, Matteo Renzi, Enrico Letta); con il PD quattro capi di governo (Romano Prodi, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni), ed un Presidente della Repubblica (Sergio Mattarella), al secondo mandato. Oggi, per la prima volta, al vertice non c’è un ex (Pci, DC) e c’è una donna. Le novità richiedono una lenta digestione.
Scissioni? Improbabili. Generalmente, è la storia a ricordarlo, si verificano a sinistra.








