La Lega e il M5S, nonostante origini diverse, hanno mostrato convergenze significative nel passato (es. governo giallo-verde 2018-2019) e continuano a condividere alcune posizioni nel 2025. Matteo Salvini mantiene una posizione ambigua sull’Ucraina, opponendosi all’invio di armi e criticando le sanzioni contro la Russia. La Lega si oppone anche alla costruzione di un esercito europeo. Il M5S ha assunto una postura pacifista, opponendosi all’escalation militare in Ucraina e criticando la NATO e l’Europa. Conte ha chiesto un “cessate il fuoco” senza condannare esplicitamente la Russia, allineandosi di fatto a posizioni filo-russe. Entrambi, Lega e M5S, condividono uno scetticismo verso l’atlantismo e un’opposizione al sostegno militare all’Ucraina e sono molto critici sull’EU Sebbene la Lega abbia attenuato la retorica anti-euro rispetto al passato, rimane critica verso le politiche UE su immigrazione, transizione ecologica e vincoli di bilancio.
Salvini promuove un’Europa “delle nazioni” piuttosto che un’integrazione federale. Il M5S, dopo un passato euroscettico, ha adottato una posizione più pragmatica, ma critica ancora l’UE su temi come il Patto di Stabilità e l’austerità. Nel 2024, ha votato contro alcune risoluzioni UE sull’Ucraina, allineandosi alla Lega. Entrambi chiedono una revisione delle politiche UE, pur senza proporre un’uscita dall’Unione. Questa posizione riflette l’opposizione alle élite bruxellesi, come evidenziato da un’analisi del 2018 che descrive Lega e M5S come alleati nella “reazione” contro l’Europa.
La Lega propone misure come flat tax e protezione delle piccole imprese, rivolgendosi a un elettorato di ceti medi e lavoratori del Nord. Il M5S sostiene politiche redistributive, come il Reddito di Cittadinanza, e si rivolge a un elettorato più meridionale e precario. Entrambi condividono un approccio statalista e assistenzialista, come evidenziato dal contratto di governo del 2018, che combinava flat tax (Lega) e Reddito di Cittadinanza (M5S).
La Lega mantiene una linea dura sull’immigrazione, promuovendo decreti sicurezza e chiusura dei porti. Il M5S ha oscillato tra posizioni restrittive (durante il governo con la Lega) e più moderate (sotto Conte). Tuttavia, alcuni elettori M5S, specialmente a Roma, mostrano atteggiamenti critici verso l’immigrazione, come rilevato da uno studio del 2016. Entrambi sfruttano il tema immigrazione per mobilitare il malcontento, anche se la Lega è più aggressiva. Durante il governo giallo-verde, il M5S ha appoggiato i decreti sicurezza di Salvini, mostrando un allineamento tattico. In occasione del recente referendum sulla cittadinanza una larga parte di elettori pentastellati ha espresso dissenso sulla riduzione degli anni di residenza per l’accesso alla cittadinanza degli immigrati.
La Lega è stata vicina alla Russia di Putin, come dimostrato dalla partecipazione di Salvini a eventi filo-russi, dai suoi elogi al leader russo come “statista lungimirante” (2014) e dalla “federazione” del partito con quello putiniano. Sebbene meno esplicito, il M5S ha promuovendo una narrazione pacifista e contraria ad una politica di difesa dotata di armi di deterrenza, scelta che di fatto giustifica l’inazione contro il Cremlino e lo avvantaggia. Il M5S sostiene che le visione di una Russia minacciosa e aggressiva serva solo a giustificare il riarmo. In una recente mozione alla Camera i pentastellati propongono contratti economici con la Russia, mentre l’UE prepara nuove sanzioni per premere sulla tregua in Ucraina.
Entrambi – M5S e Lega – amplificano, direttamente o indirettamente, narrazioni filo-russe, come l’Ucraina “nazista”, la Russia come vittima delle sanzioni e l’egemonismo della NATO, allineandosi con le campagne di disinformazione russa.
La Lega, originariamente regionalista e di sinistra (“Comunisti padani” negli anni ’90), si è spostata verso l’estrema destra sotto Salvini, abbracciando antieuropeismo e alleanze con movimenti come il Front National e Russia Unita. Il M5S, nato come movimento anti-sistema, ha oscillato tra posizioni di sinistra (Reddito di Cittadinanza) e destra (decreti sicurezza), mantenendo un’ideologia fluida che si adatta al consenso.
Uno studio del 2013 evidenzia che gli elettori M5S sono uniti più dalla protesta che da valori condivisi. La Lega è più strutturata ideologicamente, con un chiaro orientamento di destra nazionalista, mentre il M5S rimane pragmatico e meno definito. Su temi come i diritti civili, la Lega è conservatrice, mentre il M5S è più progressista (es. sostegno al matrimonio egualitario).
Le convergenze tra Lega e M5S sono spesso tattiche e mai dichiarate, come dimostrato dal governo giallo-verde (2018-2019), che combinava populismo economico e retorica anti-UE, e dall’appartenenza tattica del M5S all’area progressista. Nel 2025, le convergenze si manifestano soprattutto in politica estera e antieuropeismo. Ma nessuno ha voglia di sollevare la stranezza, né a destra né a sinistra.
 
			 
			







