In 10 anni chiusi 175 ospedali e aperti 9.282 centri di accoglienza per immigrati. Ecco perché si muore…Se una persona cara non riceve le cure di cui ha bisogno, la colpa è dell’immigrato; è lui il responsabile della sua morte. Cacciarli via, dunque, come e in che modo, è secondario.
La pace? Certo. Droni contraffatti nei cieli polacchi. Bambini di Gaza scudi inumani. La pulizia etica continui, a dispetto di Davos e di Greta. Sermoni del compagno Zuppi cogli stragisti accattolici e comunisti. Ma Meloni non è sciocca come Aldo Moro, fiducioso nei boss siciliano e sardi. Le maestrine Odifreddi, Saviano, Bisio e la comica Elly Elly Ellalà sotto le macerie del BR-linguerismo. I popoli inglese, tedesco e francese si svegliano. Voi, imbriachi pugliesi, votate Nicki e i suoi vampiri. La colonna infame è mutilata, ma i nomi citati offrono l’immagine esemplare dei colpevoli e dei codardi, vivi o morti. E’ sprezzante, polarizzante: buoni e cattivi, amici e nemici, degni ed indegni.
Questi due post viaggiano sul web, e appaiono rappresentativi di ciò che la rete produce, quali corde suona, gli obiettivi che si prefigge, quale parte politica – nazionale ed internazionale – li ispira.
Il primo spot, quello ospedaliero, come tante fake news, nazionalpopolare, circola nelle chat più qualificate, nei social più frequentati: è virale, “credibile” (e perciò ignobile), letale quanto una pozione di cianuro, falso più del terrapiattismo. Contiene tutte le sfumature del cinismo: dal disincanto allo scetticismo, dalla malignità al livore, dalla disumanità alla barbarie. Trasuda odio, cattiveria, disprezzo. Chi lo ha confezionato, ha messo nel mirino un target: lo straniero, il diverso, il perseguitato, colui che non ha voce, libertà, futuro, che parte dal proprio paese, sapendo che potrebbe non arrivare e non essere accolto. Disegna una equazione ignobile, perché falsa e insinuante. La sanità pubblica italiana può contare su una rete di presidi in grado di assicurare l’assistenza, oggi subisce piuttosto leggi, regole, volontà politiche che la rapinano, le fanno mancare il terreno sotto i piedi (liste d’attesa, pronto soccorsi intasati, medici di famiglia affollati ecc).
Lo spot “ospedaliero” non è farina del sacco di un internauta che odia il mondo, ma manifattura di una fabbrica di odio, che a giudicare dalla distribuzione capillare può contare su investimenti ingenti, su risorse umane, su una regia ed una pianificazione. Le fabbriche dei veleni sono dislocate in Italia ed all’estero, possono contare su alleanze insospettabili. La rete è estremista, la notizia falsa “cattura” più di quella vera: maggiore visibilità, maggiore pubblicità, più profitti. Il target non è solo l’emigrato, ma l’avversario politico, da “odiare”, come predica l’amico americano. Si cerca lo scontro, la guerra politica all’ultimo sangue.
L’odio, che il governo denuncia, viaggia sul web, impunito, per creare consenso a quelle parti politiche che, anche attraverso la stampa (giornali, radio, Tv pubblica e privata), addita l’emigrato, come causa di ogni male, l’origine dell’insicurezza. I morti sul lavoro e sulla strada, ogni giorno è strage, non valgono nulla? Rendere il lavoro e la strada sicura non merita attenzione, perché non porta voti?
ìIl secondo spot, la pulizia etica continui, conduce ai maestri della contestazione, ai teorici dello scontro, ai ragionieri del complotto. Non aspira alla diffusione, si comporta come un messaggio destinato alle teste pensanti. Va analizzato, elaborato, indagato per conoscere e riconoscere la malattia di cui siamo affetti, il suo livello di pericolosità. Un messaggio che viene da un passato non molto lontano. E’ una miccia a lenta combustione, che imbarazza, infastidisce, indigna. Senza spaventare, purtroppo.