L’EU e le Nazioni Unite sono rimaste fuori dal tavolo del negoziato sulla pace in Palestina: se questi due organismi sovranazionali non contano ciò è dovuto a regole castranti che “tutelano”le grandi potenze e privilegiano i nazionalismi. L’Onu si regge su un Consiglio di sicurezza composto da cinque membri permanenti (su 15) -Cina, Francia, Federazione Russa, Regno Unito e Stati Uniti – che assume le sue decisioni solo all’unanimità; l’Eu si regge sul potere di veto dei 27 singoli Stati membri in tutti i settori di competenza dell’Unione europea. Ciò condanna all’irrilevanza. La capacità decisionale si fonda su decisioni maggioritarie. L’interesse delle grandi potenze nell’istituzione dell’ONU, e l’interesse degli Stati membri dell’UE di custodire la propria sovranità alfine di privilegiare il proprio Paese, sono prevalsi ed oggi paralizzano totalmente i due organismi sovranazionali.
Coloro che oggi criticano aspramente l’ONU, come fa Trump in modo ossessivo e feroce, e l’EU, come fanno l’Ungheria e l’Italia con particolare virulenza, sono i “pilastri” di questo ordine destabilizzante. Il potere di veto viene usato per riformare il diritto di veto. Il dissenso sdi un singolo Stato a una possibile riforma delle regole impedisce che ONU e Unione Europea esercitino il ruolo per il quale sono nati. In definitiva, si recitano le due parti: partecipando agli organismi e operando in modo da preservare il potere di ONU ed UE.
E’ possibile che le cose cambino? No, fino a quando prevalgono i rapporti di forza e non le regole del diritto internazionale e, per quanto riguarda in particolare l’Europa, e prevalga invece la volontà di affidare all’UE il governo effettivo dell’istituzione, che non piace né all’America di Trump, né alla Russia di Putin. Siccome non piace a Trump, non piace nemmeno all’Italia di Giorgia Meloni, che preferisce l’ andirivieni Roma-Washington