Il Conte di Montecristo, capolavoro della letteratura francese sui teleschermi grazie alla Rai è la storia di Edmond Dantès, ispirata al celebre romanzo di Alexandre Dumas, un uomo che perde tutto e finisce in carcere per spionaggio a causa della gelosia e dell’inganno. Dopo 10 anni di prigionia fugge e si vendica di coloro che lo hanno tradito. Dumas racconta la vendetta progettata con cura e dedizione. Coloro che leggono il romanzo di Dumas, entrando nei panni della vittima dell’inganno, si schierano dalla parte della vittima, Edmond Dantès. La vendetta è una punizione sacrosanta, fa giustizia. Ma assai raramente è così: la vendetta è nefasta quanto l’invidia, la gelosia, l’ìnganno e il tradimento. Brucia l’anima, spegne i cuori, avvelena la vita.
La vendetta, tema cardine del romanzo Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas, solleva un quesito morale di estrema rilevanza: è giusto farsi giustizia da soli quando si è vittime di torti ingiusti? La letteratura, la filosofia e persino la religione hanno affrontato questa tematica con prospettive variegate, rivelando le molteplici sfaccettature di un sentimento tanto umano quanto distruttivo.
Nel caso di Edmond Dantès, la vendetta si presenta come una risposta legittima al tradimento e all’ingiustizia subiti. Privato della libertà, dell’amore e dell’onore, il protagonista si reinventa come il Conte di Montecristo, progettando meticolosamente la punizione dei suoi carnefici. La sua trasformazione da vittima a giustiziere incarna il desiderio umano di equilibrio morale, in cui il torto subito deve necessariamente trovare una compensazione. Tuttavia, se da un lato la vendetta appare come un riscatto, dall’altro pone interrogativi sulla sua natura corrosiva: il perseguire la giustizia attraverso l’odio può davvero restituire la pace all’anima?
La distinzione tra vendetta e giustizia è fondamentale. La vendetta è spesso animata da sentimenti di rabbia e desiderio di rivalsa, mentre la giustizia si basa su principi di equità e imparzialità. Nel mondo odierno, dove i social media amplificano conflitti e ingiustizie, la vendetta assume spesso forme più subdole, come il revenge porn o le campagne di diffamazione. Questi esempi dimostrano come la vendetta, anziché riparare un torto, lo amplifichi, diffondendo sofferenza e disarmonia.








