Chi sono i guastatori, gli incappucciati? Chi rompe le vetrine e colpisce gli uomini delle Forze dell’Ordine? Chi sono i traditori di milioni di pacifisti che affollano le piazze italiane e di quei 500 con le barche in mare “osano” affrontare l’ira del feroce Netanyahu? Sono imbecilli, teste calde, anarchici fuori tempo, antagonisti in servizio permanente, o che cosa? perseguono fini e ragioni che non conosciamo, sono manovalanza ammaestrata al servizio di mandanti occulti?
Possibile che queste frange di delinquenti non sappiano di colpire oltre che le vetrine o un poliziotto che fa il suo lavoro, anche il popolo generoso, gentile, solidale con i derelitti, carne da macello di criminali elevati a posti di comando?
Mi pongo un’altra domanda: chi sono veramente i governanti che insultano, colpevolizzano, trasformano le folle di gente per bene in delinquenti, irresponsabili, addirittura nemici della pace, ipocriti, del tutto indifferenti alla sorte dei palestinesi per i quali scendono in piazza o vanno in mare?
Di certo c’è che le teste calde regalano la “materia prima” ai nemici delle piazze, i governanti arrabbiati, la colpa dei tafferugli, di quelle vetrine rotte, di quel poliziotto medicato al Pronto soccorso: ciò che serve per trasformare giornate un’onda umana di pulsione civile in un illegalità di massa e per tacitare la complicità di stati e governanti silenti, in Europa e non solo, in un’orda di facinorosi. Materia prima per cambiare il discorso: invece che raccontare perché si è stato a guardare per quasi due anni i massacri di innocenti inermi, donne e bambini (e non miliziani in assetto di guerra), i guastatori, infiltrati nelle piazze, hanno fatto parlare delle cattive intenzioni delle piazze.
Nel 2008, Cossiga in un’intervista al quotidiano “La Nazione” riferì la sua “ricetta” per sedare le manifestazioni degli studenti. “… Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri…”
Se bastasse rispondere agli interrogativi, rivangando altri tempi (black block) e riducendo tutto al chi ci guadagna, la verità “facile” verrebbe fuori in superficie stoltamente come una azione di sabotaggio premeditata. Ad evitare che i malpensanti si facciano idee sbagliate ed i sospetti siano l’anticamera della verità, sarebbe di grande interesse e produrrebbe un indubbio sollievo smascherare letteralmente qualche incappucciato in corso d’opera, non solo togliendogli il cappuccio, ma facendogli dire perché diavolo tradisce il popolo della pace e delle buone intenzioni insieme al quale manifestano.
Finora, in verità, le parole degli incappucciati non le abbiamo ancora ascoltate. Sarebbe l’ora…








