Il controllo della magistratura diventa ingerenza, appropriazione indebita di funzioni, trasgressione. Mancanza di rispetto? Forse anche questo. Invece che studiare quel che non va nei conti del Ponte sullo Stretto o ricorrere contro la decisione – ci sono sul piatto una montagna di soldi dei cittadini italiani – ed aggiustare gli errori ed attendere l’esito del ricorso, il governo “processa” i giudici. Stavolta processa i magistrati contabili, colpevoli di non avere chiuso un occhio, anzi tutti e due. Ne aveva derubricato le funzioni, suscitando reazioni di dissenso, rimaste inascoltate. Abbassare il livello dei controlli, è assai pericoloso.
Curioso: succede anche Oltreoceano, dove Donald Trump ha praticamente messo fuori gioco i magistrati, grazie alla Corte Suprema, i cui membri sono stati da lui nominati. In Italia non funzione così, la Costituzione pretende la separazione dei poteri: ognuno deve fare la sua parte. Il governo deve governare, nel rispetto delle regole, delle leggi e del dettato costituzionale. E’ questo l’impianto della democrazia, che ci garantisce tutti. La questione, tuttavia, è altra, è in gioco la partita referendaria sulla riforma della magistratura, la madre di tutte le battaglie. E il governo ha deciso lo scontro, duro e senza esclusione di colpi. O noi o loro. E’ la postura caratteriale e politica, della Premier, Giorgia Meloni, il Presidente… degli italiani che stanno dalla sua parte.
L’opposizione urla, sbraita, denuncia, ma è come urlare alla luna. La diritta via sembra smarrita…
 
			 
			





