«Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio». Arianna, capa della segreteria politica di Fdi, lancia un appello he suona come un monito le ultima chiamata: «In un’Italia così non c’è più spazio per la meschinità. È tempo che le persone perbene di questa martoriata nazione scelgano da che parte stare». O con noi o contro di noi.
Che succederà quando “le persone per bene” si saranno schierate in campo a viso aperto? A I quotidiani governativi è toccato di far risuonare i tamburi di guerra: preparano l’operazione speciale, come l’artiglieria prima che gli scarponi affondino sul terreno. Devono intimidire e indebolire il nemico,.Usano parole di fuoco, inseguono le toghe, in cielo ed in terra. Francesco Lo Voi, il Procuratore della Repubblica di Palermo, e la Corte penale Internazionale sono nel mirino. Lo Voi è recidivo, deve rispondere del processo (“fallimentare”, ricorda la Premier), intentato a Matteo Salvini per i 140 migranti lasciati in nave per giorni.
L’estrema destra europea si è schierata con Giorgia Meloni nella guerra alla magistrocrazia, prima che Arianna chiamasse alla gurerra.. La Sorellanza si è caricata il peso dell’attacco: la migliore difesa è l’attacco, nella cultura militare della Garbatella, dove nasce la famiglia Meloni. Fratelli d’Italia è così sempre più Sorelle d’Italia. Non ci fosse la Signoria del virile Ignazio La Russa, invocato ad alta voce da Daniela Santanché (un piede dentro ed uno fuori dal governo), i maschi alfa della destra sparirebbero dalla nomenclaatura fondante del partito.
Si prevedono giornate di fuoco, le opposizioni vogliono la premier in Aula sulla liberazione del torturatore libico Almasri ed il suo trasferimento in patria con un Falcon dei Servizi segreti, ma i quattro indagati (con Meloni, i due Ministri Nordio e Piantedosi, ed il sottosegretario con delega ai Servizi segreti, Mantovano) resistono, trincerandosi dietro il segreto istruttorio. Una motivazione che non ha precedenti e può perciò crearne a favore di chiunque riceva comunicazione di una indagine a suo carico, privando il Parlamento del dibattito in aula sulle vicende più scottanti.
Qualcuno, timidamente, suggerisce il ritorno alla normalità istituzionale, e invoca “la ragion di Stato”, piuttosto che il segreto istruttorio, cioè la salvaguardia del petrolio e gas italiani di stanza in Libia, e la ritorsione dello sbarco in massa sulle coste italianedei migranti oggi trattenuti nei lager dai mercanti-poliziotti libici . Una tegola per la politica di respingimento del governo, madre di tutte le campagne elettorali. Sarebbe una jattura per via delle incertezze che gravano attorno alla dependance albanese.
il problema della permanenza dei lager, torture e stupri compresi nel patto di alleanza. Ma non si può pretendere tutto, no?







