Caro Matteo,
ti scrivo con la schiettezza e la simpatia che da sempre contraddistinguono il nostro rapporto, persino nei giorni più tempestosi (e ultimamente, diciamolo, c’è stato qualche temporale di troppo). Mi ha particolarmente colpito il tuo attivismo ferroviario Oltreoceano, culminato con una intensa telefonata al Vice Presidente Vance, dal quale – te lo confesso – mi ero tenuto lontano per via di quella croce stampigliata sulla fronte, di cui fa mostra davanti alle telecamere. Mi sono chiesta quale segnale volesse dare. Avendo avuto a che fare, per poco tempo ma mi è parsa una vita, ho avuto un pensiero stravagante, che mi ha indotto al sorriso e nel contempo mi ha spaventato: non è che abbia voluto far sapere al mondo intero di stare portando una croce? E quale, se non la croce del suo capo, Donald Trump.
Ho divagato, mi spiace.
Riflettevo sul tuo instancabile desiderio di occuparti di qualunque cosa: relazioni internazionali, infrastrutture, immigrazione, sicurezza, fisco, energia e persino Festival di Sanremo. Ammirevole, certo, ma dopo anni così intensi – dal Papete in poi – temo tu abbia bisogno di un anno sabatico che ti permetta di guardare l’Italia con occhi diversi… magari da lontano, molto lontano dal governo.
Intendiamoci: non sto certo proponendo l’esilio (che sarebbe una soluzione troppo “di sinistra”!), ma piuttosto una pausa strategica, rigenerante e forse persino illuminante. D’altra parte, quale politico non ha mai sognato un periodo lontano dai tweet, dai talk show, dai decreti sicurezza e dal conteggio ossessivo degli sbarchi sulle coste italiane? Puoi star certo che daremo la rilevanza che merita la tua assenza. Saresti con noi, sempre e comunque.
Ti vedo già scuotere la testa e dire “E come sopravvivo io senza la poltrona, cioè la politica?!”, ma ho già pensato a tutto. Ti offro qualche idea per riempire questo anno di libertà. E’ ciò che ho creduto fosse bene per me nel caso di mia forzata vacanza. Trascrivo ciò che avevo preso nota nella mia agenda, una lista dei miei desideri, che non esito a farti omaggio.
- Tour gastronomico italiano: Un anno alla scoperta dei ristoranti tipici di tutte le regioni. Potresti addirittura lanciare un programma TV “Mangia con Matteo” (ma niente pizze con ananas, per favore).
- Corso di meditazione e yoga tibetano: Lo so, è meno social, ma potrebbe davvero farti bene: così imparerai finalmente a contare fino a 10 prima di rispondere ai giornalisti. Namasté!
- Master in comunicazione creativa: Dopo anni di slogan, potresti scoprire nuove metafore, magari evitando sempre porti chiusi o aperti, ruspe e altri macchinari pesanti.
- Agricoltura bio e slow living: Un orticello tutto tuo dove coltivare zucchine, pomodori e, perché no, qualche simpatica piantina rilassante (intendo valeriana, ovviamente).
Un anno sabatico ti farebbe bene e renderebbe sicuramente consapevoli molti (credimi, moltissimi!) colleghi della tua partecipazione al governo. E, chissà, magari tornerai rigenerato, abbronzato e con un bagaglio di nuove idee. Ovviamente, mentre tu ricarichi le batterie, penserò io a tutto. Fidati, ho la situazione perfettamente sotto controllo.
Forse la mia lista è povera. Ma proprio perché conosco la tua inesauribile energia, ho qualche altra proposta concreta per rendere utile questa tua “fuga” temporanea:
- Studio delle dinamiche migratorie in Africa: perché non trascorrere qualche mese in Tunisia o in Libia, dove avresti la possibilità di vedere all’opera Almasri, il kapò che abbiamo mandato a casa con tutti gli onori. Potresti contare, in Libia, su una accoglienza con i fiocchi, ed imparare tanto. “Aiutarli a casa loro” non è solo un hashtag.
- Master in diritto costituzionale europeo a Bruxelles: una full immersion che ti permetta di capire una volta per tutte cosa si intende per “supremazia del diritto UE”, evitando così le infinite polemiche sulle procedure d’infrazione. Torneresti così aggiornato e potresti condividere con noi le tue competenze.
- Corso intensivo di tedesco a Berlino: perché non approfondire finalmente il rapporto con i tuoi “estimatori europei?
So già che sorriderai leggendo queste righe, caro Matteo, ma pensaci bene: dopo anni passati a rincorrere il consenso, una pausa potrebbe offrirti prospettive nuove, autenticamente “patriottiche”.
Tranquillo, al governo me la caverò benissimo anche senza il tuo contributo giornaliero E prometto solennemente di non cambiare le serrature di Palazzo Chigi durante la tua assenza (sdrammatizzo, naturalmente).
Ti aspetto fra un anno, rilassato, preparato a nuove esaltanti avventure. Mi troveresti pronta ad accoglierti a braccia aperte, insieme al caro Antonio
Un affettuoso saluto,
tua Giorgia
 
			 
			







