Abbiamo fatto una figura da idioti, confessiamolo. Per settimane – due o tre, forse – abbiamo addebitato allo staff multitasking di Donald Trump il video su Gaza miracolata dall’intelligenza artificiale: una Miami nei luoghi assai vicini a quelli frequentati da Cristo, con odalische barbute, spiagge e residence di lusso. Un panorama dominato da una statua d’oro che riproduce le fattezze dell’inquilino della Casa Bianca, con il solito grugno.
Ci siamo indignati e lanciato velenosissimi epiteti verso Trump, l’intelligenza naturale ed a quella artificiale, complici di una ignobile parabola della redenzione edonistica della Striscia insanguinata da 50 mila morti palestinesi e da quasi duemila morti israeliani, scannati da Hamas.
Eravamo in torto. Lo staff trumpiano non c’entra niente. E’ tutta opera del regista Solo Avital, noto antipatizzante di Trump, ha deciso di smentire e fare coming out, annunciando di essere lui l’autore del video su Gaza. Il suo intento era tutt’altro che celebrativo, ma quello di sputtanare Trump e rappresentarlo come un pericoloso megalomane.
Non aveva affatto previsto che il pericoloso megalomane, proprio perché tale, invece che adontarsene, lo avrebbe adottato. In quelle immagini grottesche, in cui campeggia la colossale statua d’oro di sé medesimo, Trump si è specchiato. La Miami dl Mediterraneo sarebbe piaciuta a tutti, israeliani e non. Non più macerie e cadaveri, ma odalische e cocktail. Ciò che per Avital era uno sputtanamento, per lo sputtanato è un miracolo compiuto da San Donald. Satira o santificazione? I due registri non possono convivere. A meno che il popolo cui si rivolge Avital non sia quello cui si rivolge Trump.
Abitano entrambi sulla terra, è vero, ma è come se abitassero su pianeti diversi. A questo dobbiamo credere per non uscire fuori di testa.






