«Se fosse un film, sarebbe una scena che noi giriamo e poi tagliamo. È una scena pleonastica, non rilevante». Così il regista Luca Guadagnino ha sintetizzato, nel corso della trasmissione Otto e Mezzo su La7, l’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump alla Casa Bianca. Un giudizio che fotografa un vertice privo di risultati concreti, ma ricco di retorica e messaggi simbolici., che si è svolto secondo un copione ben collaudato: sorrisi, strette di mano e dichiarazioni di stima reciproca, elogi. Trump ha definito Meloni «una persona eccezionale», mentre la premier italiana ha rilanciato di fatto lo slogan trumpiano «Make the West Great Again», sottolineando la volontà di rendere l’Occidente nuovamente grande (“Sono una nazionalista dell’Occidente”) . Un’affermazione che solleva interrogativi: quale Occidente si intende rendere grande? Quello dei diritti e dell’accoglienza o quello della chiusura e della difesa identitaria? E’ il caso di elencare quel che è accaduto ndei novanta giorni di presidenza Trump. ·
Diritti civili: Trump ha firmato l’Executive Order 14173, che revoca l’Executive Order 11246 del 1965, eliminando l’obbligo per i contraenti federali di adottare pratiche non discriminatorie in materia di assunzione e impiego. Questo ha sollevato timori di un ritorno a pratiche discriminatorie nel mondo del lavoro.
- Informazione: L’amministrazione Trump ha minacciato di revocare lo status di esenzione fiscale ad Harvard e ha congelato oltre 2 miliardi di dollari in sovvenzioni federali, accusando l’università di promuovere ideologie antiamericane. Queste azioni sono state viste come un attacco alla libertà accademica e alla libertà di espressione.
- Università: Le politiche di Trump hanno portato a proteste in diverse università statunitensi, con studenti e docenti che denunciano tagli ai finanziamenti, restrizioni agli studenti internazionali e soppressione della libertà di parola, in particolare riguardo al conflitto Israele-Gaza.
- Immigrazione: L’amministrazione ha revocato lo status legale di migliaia di studenti stranieri, portando a sfide legali in diversi stati. Molti studenti sono stati rimossi dal sistema SEVIS, spesso per infrazioni minori, suscitando preoccupazioni per la legalità e l’equità di tali misure.
E’ di grande rilevanza sapere quale sia il giudizio di Giorgia Meloni sulla deriva democratica americana. E’ questo de dobbiamo aspettarci, anche in Italia? Il non detto, stavolta, è essenziale. Non meno allarmante la sostanziale adesione alle mire di Putin, i giudizi e gli insulti all’Europa, il rifiuto di incontrare i rappresentanti dell’UE, il disconoscimento sostanziale dell’atlantismo e dei valori dell’Occidente.
Sul fronte commerciale, Meloni ha cercato di ottenere un’apertura sui dazi imposti dagli Stati Uniti, ma Trump ha ribadito di non avere fretta nel rimuoverli, affermando che «non c’è urgenza» e che i dazi stanno arricchendo l’economia americana. Un atteggiamento che lascia l’Italia e l’Unione Europea in una posizione di incertezza, senza garanzie concrete.
Nonostante l’invito ufficiale rivolto a Trump per una visita a Roma e la promessa di aumentare la spesa per la difesa al 2% del PIL, l’incontro non ha prodotto risultati tangibili per l’Italia. Come ha osservato Beppe Severgnini, «noi italiani sembriamo bambini maltrattati che sorridono davanti a un ghiacciolo». Un’immagine che riflette la mancanza di sostanza dell’incontro
Come ha sottolineato Mario Monti, la conferenza stampa è stata in gran parte incentrata su questioni interne agli Stati Uniti, lasciando poco spazio agli interessi italiani ed europei . Un vertice che, al di là delle dichiarazioni di facciata, non ha portato benefici tangibili all’Italia.






