C’è una scuola di pensiero in Italia secondo cui la responsabilità è come la raccolta differenziata: si fa quando serve, ma solo se c’è qualcuno che ti guarda. Altrimenti, si getta tutto nel contenitore magico dell’“a mia insaputa”, formula salvavita già collaudata in passato da ministri, senatori e affini, utile a lavarsi le mani come Ponzio Pilato in un autolavaggio. L’ultimo miracolo tricolore è andato in scena con la nomina di un tavolo tecnico interministeriale per valutare la normativa europea sui novel food – carne coltivata, per capirci. Una questione complessa, che richiedeva neutralità, rigore scientifico, e invece ha prodotto una tragicommedia da operetta.
I nominati? Tutti provenienti da Aletheia, think tank scientifico creato da Coldiretti. Già questo sarebbe bastato a far saltare dalla sedia qualcuno. Ma no. Il colpo di scena è che il parere prodotto da questi “indipendenti” è, sorpresa, identico a quello della Coldiretti. La quale, guarda caso, lo ha poi usato per inscenare una bella manifestazione davanti all’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare. Un perfetto gioco di sponda, talmente ben orchestrato che vien da chiedersi dove abbiano studiato la pianificazione delle varie ed eventuali.
Allora, chi li ha nominati? Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida? No, lui – parole del suo sottosegretario – ha dato solo “il proprio concerto firma distratta. La scelta sarebbe tutta del ministro della Salute Schillaci, che ha selezionato i tecnici sulla base di “autorevolezza scientifica” e “assenza di interessi economici diretti”. Già. È come scegliere arbitri per una finale tra Milan e Inter… e metterci la curva sud.
Secondo Schillaci, è tutto frutto di rigorosi criteri. Ma qui non siamo nel campo della scienza, bensì della magia statistica: su migliaia di scienziati italiani, si sono beccati per caso solo quelli vicini alla Coldiretti. Una roba che sfida le leggi della probabilità, della fisica, e anche del comune pudore…. Benedetto Della Vedova, infatti, da parte sua, ha commentato che siamo oltre la legge dei grandi numeri: qui si sfiora la farsa.
Ma forse siamo noi i cinici e malpensanti. Forse davvero in Italia esiste una modalità misteriosa che produce una “casualità selettiva” per cui, quando si cercano competenze, il destino ti manda sempre uno con la tessera Coldiretti in tasca.
E non è tutto. Anche al Ministero dell’Ambiente, per guidare la strategia nazionale sulla biodiversità, è stato scelto Stefano Masini. Che è il responsabile Ambiente della Coldiretti. Anche questo, dicono, è stato un caso. Dunque ricapitoliamo: tavoli tecnici, pareri scientifici, strategie ambientali: sempre Coldiretti. Sempre per caso. Sempre a insaputa di qualcuno.
Insomma, questa meravigliosa democrazia delle coincidenze ormai ha una sua coerenza interna. E se domani scoprissimo che pure il Parlamento è area Aletheia, avremmo il diritto di arricciare il naso? E noi dovremmo prenderne atto e non fare cattivi pensieri, chi può dirlo?








