Una cosa è criticare nel merito un verdetto o una decisione della magistratura, inquirente o giudicante, esprimendo opinioni e rilievi sulla ricostruzione dei fatti o la diligenza delle indagini, un’altra è sospettare che processo, verdetto, decisioni e indagini siano suggerite e orientate da una militanza politica. Nel primo caso si esercita un diritto legittimo ed utile, nel secondo si attenta alle fondamenta dello Stati di diritto, se si fa credere che la legge venga dismessa a favore degli interessi di parte.
La nascita delle toghe rosse – magistrati che condannano o aprono indagini contro i leaders di schieramenti politici e rappresentanti delle istituzioni di colore diverso – si deve a “Mani pulite”, ma acquista il carattere di “rappresaglia” con Silvio Berlusconi, che si difese ed attaccò la magistratura nei processi e nelle aule del Parlamento (la nipote di Mubarak…), conducendo una sua guerra personale contro la magistratura “comunista”. La sua eredità, valorizzata da accenti politici, è stata raccolta dall’attuale esecutivo. La guerra contro le toghe rosse, quei magistrati militanti che condurrebbero una lotta politica, asservendola alle loro opinioni piuttosto che interpretare la legge, il loro compito esclusivo, è diventata una bandiera politica.
Il sospetto che la “magistratura” sia un avversario politico, come ogni sospetto, ribadito costantemente in occasione di decisioni sgradite (Albania, migranti, caso Almasri, Salvini ecc), si è guadagnato molti consensi, il diritto alla verità o simil-verità, con la conseguenza, catastrofica, di incrinare pesantemente la fiducia nella giustizia e, perciò, dello Stato, che sulla giustizia misura la sua autorità e la sua rappresentatività. Il danno all’immagine della giustizia (e dello Stato), è irreversibile. Ma se non credi nella giustizia, a chi ti rivolgi per ottenere…giustizia, al boss di quartiere o al cacicco politico?
Il “marcamento” delle toghe rosse sui verdetti, le ordinanze ed ogni altra decisione della magistratura è stretto: i casi controversi e i ministri indagati vengono addebitati alle toghe rosse o disastri di una magistratura che non osserva la legge.
E i verdetti “graditi”?
Se esistono le toghe rosse, tuttavia, esistono le toghe bianche? Il manicheismo è un boomerang.
La vigilia referendaria sulla separazione delle carriere ha acuito l’uso strumentale di casi giudiziari controversi per persuadere i cittadini della necessità di tagliare il cordone ombelicale fra giudicante e inquirente, cancellando così l’amichettismo fra magistrati che esercitano funzioni diverse. Ma i casi controversi, usati strumentalmente, nei quali i magistrati disputano fra loro, dimostrano semmai che l’amichettismo non esiste, è una mosca bianca, così come la volontà dei magistrati di saltare da una funzione (40 magistrati l’anno, meno dell’1%).
Il conflitto fra i due poteri dello Stato, potere giudiziario e potere esecutivo, va inserito in un contesto politico profondamente mutato: il governo, attraverso i suoi membri, a cominciare dalla Premier Meloni, si rivolge alla propria parte politica: usa il “noi” e il “loro”, fidelizza,”comizia”. Chi dissente, avversa, protesta, sciopera, scende in piazza, è il nemico. Il ruolo dell’opposizione non viene riconosciuto, così come non viene riconosciuto il ruolo del potere giudiziario che nella sua funzione di controllo esercita il compito che gli è stato assegnato.
Questo disconoscimento nasce dal mandato che il governo con il voto ha ricevuto dal popolo sovrano. La democrazia consegnerebbe al governo pieni poteri nell’ambito di tale mandato, da ciò ne discende che ogni dissenso da parte degli altri poteri, o ancor di più, delle forze sociali e politiche, avversa la volontà del popolo.
Sono le premesse del regime illiberale, nel quale in nome del popolo si può fare e disfare ciò che si vuole.
Il populismo, di destra o di sinistra, è diventato in passato dispotismo, cancellando le libertà individuali e collettive, ed oggi governa grandi paesi, come la Cina, la Turchia, la Russia, cui dovremmo aggiungere gli Stati Uniti, che con Donald Trump (ed i suoi decreti esecutivi), sta trasformando la democrazia americana in una camicia di forza ed il mondo in una ruota della…(s)fortuna.
L’Europa è rimasta un’isola di democrazia. E’ per questa ragione che viene attaccata ed insultata ogni giorno dai despoti o aspiranti tali.
Che il Padreterno salvi i nostri figli e nipoti dalle ingiurie del tempo che viviamo.






