Avremmo scommesso qualsiasi cosa sulla volontà di Giorgia Meloni di ubbidire, nel Consiglio europeo, a Trump, sull’uso degli asset russi, la carta forte dell’Europa. Il motto- giù le mani dagli asset – è stato proclamato da Trump e Putin, i cui affari, pubblici e privati, sono stati già messi sotto chiave. Interessi non formali. Meglio scucire i soldi dal portafogli europeo che mancare di rispetto all’amico americano. Una soluzione matrioska, come qualcuno l’ha giudicata. L’Italia è più attenta agli interessi degli Stati Uniti e Meloni è più vicina a Trump, che all’Occidente, cui Trump ha posto fine. Non sorprende questa ennesima comferma. Compiacere la Casa Bianca è una premessa di ogni decisione. Il trattamento fiscale di grande favore alla Silicon Valley ne è la prova in confutabile.
In quattro ore e trentasei minuti Vladimir Putin ha dato ampio spazio all’Europa, brutta e cattiva. La concomitanza di vedute con il suo omologo, Donald Trump, ora è piena ed indiscutibile. Scrocconi per gli uni e gli altri. Secondo Trump perché gli europei hanno approfittato per troppo tempo della generosità atlantica, secondo Putin perché li europei si sono appropriati di luoghi e territori che non gli appartengono, con riferimento esplicito ai paesi balcanici, e non solo.
Sia nella forma quanto, e ancor di più nella sostanza, Russia e USA hanno suggellato l’avversione all’Europa, l’ultima fortezza delle democrazie nate nell’Occidente. Fuori dall’Europa ci sono regimi illiberali o governi liberali in corso di smantellamento e regimi tradizionalmente tirannici e teocratici nei quali non è possibile pregare liberamente il proprio di ed eleggere liberamente i propri rappresentanti.
Fra i nemici dell’Europa ci sono anche gli scontenti dell’Europa così com’è, i seguaci della “religione” Maga, sovranista o neonazionalista e del suo capo riconosciuto e riconoscibile, e gli amici della Russia di Putin, erede dell’Unione Sovietica, antiamericana per nascita e meriti acquisiti, baluardo contro il capitalismo arcigno e insaziabile. Una somma di ragioni e suggestioni, che è complicato mettere insieme, valutare razionalmente, ottenere conferma nella storia e spiegare in concreto.
Gli Stati Uniti sono nati liberandosi dell’imperialismo britannico e scegliendo libertà e democrazia; la Presidenza Trump ha impresso una fulminea svolta alla sua storia, abiurando alle sue origini liberali; la Russia non ha mai conosciuto la democrazia e investe nell’ imperialismo post-sovietico, la sua antica ed irrisolta volontà di potenza globale. Ne discende che chi sta con Trump, sposa le ragioni di Putin, e viceversa, e chi posiziona i cannoni contro l’Europa, si schiera dalla parte di entrambi.
La realtà contraddice la geografia dei fatti.
Gli italiani di destra sono patrioti filo-americani, come dichiara il Vice Presidente del Consiglio, Salvini, o patrioti “ubbidienti” a Trump, come prova la politica estera della Premier Meloni. Gli italiani di sinistra (o quasi) non amano né gli Usa e né l’America di Trump, ma si sentono politicamente e culturalmente vicini, seppure in misura contenuta ma resiliente, alla Russia di Putin, a causa delle provocazioni Nato ed Eu, la cui voglia di imbracciare i fucili è inesistente.
Ma la domanda delle cento pistole, che toglie il fiato a chi la pone e toglie la parola a chi la “subisce” è la seguente: gli americanisti trumpiani ed i putinisti post-comunisti in incognito, hanno una alternativa plausibile all’Europa brutta e cattiva nella quale vivono, bene o male, e talvolta più male che bene?
Ci sono in Italia fior di intellettuali e di giornalisti, brillanti e stimabili, che posizionano stabilmente i loro cannoni contro un unico bersaglio, l’EU; e fior di politici, meno stimabili ma altrettanto brillanti, che investono sull’immobiliarista, narciso ed amorale, Trump, convinti che la Silicon Valley, accumulando ricchezze e assoggettando il popolo con le armi della persuasione (occulta e palese), assicuri loro potere e poltrone per l’eternità. Una miopia inaudita, dalla quale si guarisce con il rispetto di sé.
Cadono le braccia.
Che l’umanità stia ritornando all’infanzia?





