“Inizia il 20 gennaio il secondo mandato presidenziale di Donald Trump.: la fine di una finzione durata ottanta anni, quella di una partner- ship di pari tra gli Usa e l’Europa nella NATO.”, afferma nell’editoriale di Famiglia Cristiana Massimo Faggioli, “ma nessuno conosce il finale di questa nuova sceneggiatura. Di certo quelli del secolo XXI sono Stati Uniti d’America sempre meno vicini al Vecchio Continente e sempre più orientati verso l’America Latina e l’Asia.
“L’ascesa dei titani di Silicon Valley ora alleati a Trump (non solo Elon Musk) rivela un cambiamento nei rapporti di potere che manomette il sistema America: un indebolimento della separazione dei poteri a van- taggio di un potere presidenziale imperiale; una conquista del sistema informativo e mediatico ora in mano a grandi gruppi con un’agenda politica neo-nazionalista ma li- bertaria in economia; un indebolimento del sistema educativo e scolastico sempre più schiavo del mercato e sempre meno orien- tato a fornire capacità di analisi critica; una visione religiosa dell’ultra-modernità tecnica – la soluzione tecnologica a qualsiasi problema, la sola salvezza che conta.
“La secolarizzazione in America non procede come un ordinato ripiegamento delle energie spirituali del Paese – via dalle chiese verso un nuovo Illuminismo – ma si presenta come qualcosa di più spaventoso, violento e disordinato. Gli effetti di questa presidenza raggiungeranno anche l’Europa e l’Italia. L’America trumpiana è l’avanguardia di un mondo nuovo, e parla anche di noi. “
“Elon Musk non è solo un imprenditore visionario di grande successo”, scrive Francesco Anfossi, “è anche una figura inquietante, capace di ridefinire (ma sarebbe meglio dire cancellare) i confini tra economia e politica attraverso la tecnologia, in barba al conflitto di inte- ressi, ovvero, per dirla alla Montesquieu, tra primo e secondo potere. Negli ultimi mesi il proprietario di Tesla è diventato un attore piuttosto controverso e minaccioso in Europa, scatenando un acceso dibattito anche tra leader di Stato. Dalle sue inge- renze nei processi democratici alla disin- formazione galoppante amplificata dalla sua piattaforma digitale X (ex Twitter), Musk ha attirato critiche e preoccupazioni. Le reazioni di personalità come Emmanuel Macron e Olaf Scholz raccontano una sfi- da cruciale per l’autonomia e la sovranità europee, al punto di evocare lo spettro di “internazionale reazionaria”. Le sue prefe-renze infatti si dirigono tutte a destra, verso movimenti reazionari, sovranisti e opachi personaggi in odore addirittura di nazismo.”
Andrea Riccardi, storico autorevole ex ministro, uno degli uomini più vicini a Papa Francesco, avverte che “Dietro Elon Musk si nasconde un progetto politico che di cristiano non ha nulla …Elon Musk ha indicato l’Afd, il partito neonazista, come la scelta migliore per la Germania. È un forte segnale, suppor- tato dall’impero mediatico del tycoon amico di Trump. In una recente intervista su X con la leader dell’Afd, Ali- ce Weidel, Musk l’ha definita «l’ultima scintilla di speranza per la Germania». Weidel, da parte sua, ha qualificato Hitler come l’opposto di un conservatore e un uomo di destra: anzi era “comu- nista” per il suo statalismo. Ormai si dice tutto e il contrario di tutto: definire Hitler comunista è un falso, tanto che il Führer, come abbiamo ricordato nella nostra inchiesta, fece internare almeno 30 mila comunisti tedeschi da quell’irriducibile anticomunista che era… “
Agli antipodi il giudizio del Presidente del Consiglio, Giorgio Meloni. Ad una domanda di un giornalista nel corso della recente conferenza stampa svoltasi a Palazzo Chigi, ha detto che “Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Quando mi si dice che è un pericolo per la democrazia io segnalo che non è il primo… di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni ne ho viste parecchie, spesso le esprimono contro di me. Il problema è quando delle persone facoltose utilizzano quelle risorse per finanziare partiti ed esponenti politici per condizionare le scelte politiche. Questo non lo fa Musk, questo lo fa Soros e quando è accaduto si è parlato di filantropi” e “lo considero molto più ingerente di Elon Musk. Quella è una ingerenza seria”.
C’è un particolare che sfugge a Giorgia Meloni. Musk, a differenza di Soros, sta dentro l’amministrazione USA, ha un peso politico notevole nelle decisioni del Presidente eletto, Donald Trump, per il quale ha investito enormi risorse economiche in campagna elettorale, e possiede satelliti, compagnie tecno, social, industrie. Un patrimonio che gli permette di dettare legge in casa e fuori.








