Quaranta anni fa nasceva Quelli della notte, concepito dalla mente fervida di Enzo Arbore. Lo ha ricordato Arbore, ospite di TV Talk. Un anniversario che non può passare inosservato: rivoluzionò il varietà, la comicità, l’intrattenimento televisivo grazie a linguaggi surreali e personaggi che non obbedivano a copioni, gesti e movimenti accuratamente preparati. Aveva senso ciò che senso non ne aveva: il “cazzeggio”, colto senza esserlo, comicità irresistibile a dispetto della improvvisazione, forse proprio per questo. Niente che potesse spiegare il successo, straordinario, che la trasmissione televisiva ottenne, decretando l’immortalità di tanti personaggi nella memoria collettiva, come Nino Frassica, Maurizio Ferrini, Andy Luotto, Marisa Laurito, Simona Marchini, Giorgio Bracardi, Massimo Catalano, Riccardo Pazzaglia e Roberto D’Agostino.
Il panorama televisivo italiano veniva rivoluzionato da un esperimento visionario, geniale e irriverente. Andata in onda per la prima volta nella primavera del 1985, questa trasmissione ha segnato un punto di non ritorno nel modo di concepire l’intrattenimento, introducendo un linguaggio del tutto nuovo, un’alchimia di improvvisazione, comicità surreale e musica di alta qualità, destinata a lasciare un segno indelebile nella cultura pop italiana.
In un’epoca in cui la televisione era dominata da varietà costruiti su copioni impeccabili e rigidamente preordinati, “Quelli della notte” fece irruzione con uno stile diametralmente opposto. Non c’era nulla di “preparato” e tutto sembrava scorrere seguendo una logica che aveva senso proprio perché non ne aveva. Fu l’invenzione di quello che lo stesso Arbore ha definito “cazzeggio intelligente”: un mix di improvvisazione, ironia colta e disimpegno che, pur sfuggendo a ogni regola, conquistò il cuore degli spettatori.
Lo show rifiutava ogni forma di satira politica, preferendo un umorismo che flirtava con il nonsense. Tuttavia, questo approccio non ne limitò il successo: al contrario, gli conferì una longevità iconica, decretando la consacrazione di personaggi che oggi sono vere e proprie leggende della televisione. Nino Frassica, con i suoi discorsi sconclusionati, Maurizio Ferrini, geniale caricatura del borghese italiano medio, e poi ancora Marisa Laurito, Andy Luotto, Massimo Catalano, con le sue ovvietà esilaranti, e tanti altri.
La colonna sonora del programma fu affidata alla straordinaria New Pathetic Elastic Orchestra, capitanata dal maestro Gianni Mazza. Le esibizioni musicali, che spaziavano tra generi diversi, erano eseguite con maestria da musicisti come Mauro Chiari, Silvia Annicchiarico, Gegè Telesforo e tanti altri. Anche la musica, in apparenza spensierata, era parte integrante di quell’ironia sottile che permeava lo show.
“Quelli della notte” fu molto più di una trasmissione televisiva: divenne un fenomeno di costume, una lente attraverso cui guardare con leggerezza e intelligenza i cambiamenti della società italiana degli anni ’80. Renzo Arbore e la sua compagnia dimostrarono che il divertimento poteva essere raffinato e popolare al tempo stesso, spingendo gli spettatori a ridere di se stessi e del mondo che li circondava.
A quarant’anni dalla sua prima messa in onda, “Quelli della notte” rimane un capolavoro senza tempo, una lezione di come l’intelligenza e la creatività possano essere al servizio del puro divertimento. L’anniversario ci invita non solo a ricordare i suoi protagonisti e le sue gag, ma anche a riflettere su quanto quella televisione “artigianale” e libera sia oggi un raro tesoro.
Un grazie eterno a Renzo Arbore e alla sua truppa di geni sregolati, che ci hanno insegnato che ridere è una cosa seria.
			
			







