Nel vocabolario della vita quotidiana, certe parole si portano dietro un peso doppio, un’ombra semantica che le rende misteriose e ambigue. Prendiamo la parola “fattura”. Al nord suona unicamente (o prevalentemente?) come un semplice documento fiscale, un foglio che testimonia un passaggio di denaro tra acquirente e venditore. Ma scendendo lungo lo Stivale, il termine si può tingere di magia, di riti arcani, di mani che tessono incantesimi e di sussurri notturni. Ecco dunque la doppiezza della doppia fattura: da un lato un pezzo di carta che materializza un debito da saldare, dall’altro un invisibile disegno occulto che si insinua nelle vite degli sventurati destinatari. Non è forse sorprendente che entrambe, pur nella loro diversità, abbiano lo stesso effetto? Lo spavento.
Abbiamo acquistato un oggetto senza troppa riflessione, ci sentiamo sicuri, felici del nostro nuovo possesso, finché non si materializza davanti a noi quella cifra in calce. Troppo tardi per tornare indietro. Lo stesso accade con la fattura magica: non la si vede arrivare, ma quando ci si accorge della sua presenza, è ormai fatta, irreversibile il timore di essere raggiunti dai suoi effetti. “Mi hanno fatto una fattura” – e da lì inizia il declino, il sospetto che ogni inciampo, ogni imprevisto, sia il frutto di una mano invisibile che ha intessuto il nostro destino con fili maligni.
Solo superstizione? Se le fatture cartacee certificano l’ineluttabilità del mercato, quelle occulte rispondono al bisogno di dare una spiegazione alle avversità. Sono entrambe la prova che, per quanto cerchiamo di razionalizzare il mondo, ci sfugge sempre qualcosa. La paura del debito e quella del malocchio sono due facce della stessa medaglia: l’incapacità di controllare ogni aspetto della nostra esistenza.
Certo, non si vedono più le classiche fatture con cera rossa, spilli e pergamene bruciacchiate. Ma chi può dire che la magia sia davvero scomparsa? Il veggente continua a lavorare senza perdere clienti, i rituali si aggiornano ai tempi e, mentre i commercialisti ci avvisano delle scadenze IVA, c’è sempre qualcuno che sussurra di riti di purificazione per “slegare” gli spiriti maligni.
Viviamo immersi nelle contraddizioni, in un’epoca che ama definirsi scientifica e razionale, eppure il bisogno di credere nell’invisibile non tramonta mai. Forse perché è rassicurante pensare che ogni debito abbia un’origine misteriosa, che ogni sventura possa essere sciolta con il giusto antidoto. E alla fine, che si tratti di un bonifico o di un contro-incantesimo, l’importante è trovare il modo di saldare il conto.
E poi, ci sono i filtri d’amore. Perché privarcene, almeno nei nostri sogni. s







