Il disegno di legge sulla sicurezza, dopo un lungo sonno durato circa un anno, è stato trasformato in decreto legge dal consiglio dei ministri. La decisione è stata assunta nel corso di una riunione del CDM chiamato a studiare la “risposta” alla grave crisi economica che i dazi americani potrebbero provocare in Italia. Il governo s’è occupato d’altro nel Consiglio dei Ministri convocato al centro della tempesta perfetta provocata dall’amico americano, Donald Trump, sapendo che il decreto legge sulla sicurezza avrebbe suscitato un forte dissenso nelle opposizioni, proteste nelle piazze e forti critiche. Quel che serviva insomma per oscurare l’acquiescenza colpevole tenuta finora nei confronti dell’amministrazione USA. Un diversivo, insomma. Ancora uno, per uscire dal vicolo cieco in cui l’esecutivo si è cacciato a causa della sua inerzia, che ha fatto trovare l’Italia impreparata nella guerra commerciale aperta da Trump e annunciata da mesi.
Il decreto legge avrebbe dovuto essere giustificato da una emergenza sociale, da gravi episodi che ne consigliassero l’urgenza, dalla necessità di intervenire per eliminare una condizione di pericolo, niente di tutto questo. Ciò che in. questi giorni ha aumentato la percezione di insicurezza nel Paese è il triste fenomeno del femminicidio con una sequenza di crimini che hanno suscitato grande preoccupazione, confermando la necessità di migliorare gli strumenti di prevenzione.
Non sappiamo se le opposizioni abboccheranno all’amo, come è accaduto in circostanze analoghe, gli episodi recenti ci fanno credere che non dovrebbero cadere nel depistaggio. Ricordiamo il caso clamoroso dell’attacco ai federalisti di Ventotene, scagliato dal Presidente del Consiglio, in aula, all’indomani di una manifestazione oceanica a Roma dedicata all’Europa unita e della liberazione di Almasri, il capo degli aguzzini libici, colpito da mandato di arresto dalla Corte Penale dell’Aia. Ricordiamo i diversivi di Caivano, della maternità surrogata, le frequenti denuncie di complotti inesistenti contro la premier e la sorella.
Riuscirà il decreto sicurezza, al di là dei contenuti, a far dimenticare le armi scabliate dall’amico americano contro l’Europa, e l’Italia? ed il comparaggio del governo italiano a spese delle imprese e delle famiglie italiane?
Giorgia Meloni si è adoperata in ogni modo per accreditarsi come la longa manus dell’amministrazione americana in Europa, facendoci credere che questa scelta ci avrebbe tenuta al riparo dai danni. Una scelta che le ha regalato consenso, perfino prestigio, nonostante fosse poco accorta e miope, confidando su un “amico” affatto affadabile. E’ assai improbabile perciò che si dimentichi il comparaggio, quando i dazi metteranno in crisi l’export italiano, dalla manifattura all’agroalimentare. Giorgia Meloni ci prova con il consueto cinismo, architettando l’ennesima manovra diversiva.








