• > SCOPRI TUTTI I MIEI LIBRI <
  • L’uomo di vetro
  • Il cavaliere ed il monsignore
  • La guerra delle due sinistre
  • Il mistero del Corvo
Salvatore Parlagreco
  • Biografia
  • Libri
  • Cinema
  • Articoli
  • Taccuino
  • Eventi
  • Contatti
  • Yesterday
No Result
View All Result
Salvatore Parlagreco
No Result
View All Result

Il manipolatore e l’intrallazzista sul ring del pianeta. Ma il match è truccato

21/05/2025
in Articoli
Reading Time: 4 mins read
A A
0
Share on FacebookShare on Twitter

C’è una lunga linea rossa, fatta di illusioni, sottovalutazioni e incomprensioni strategiche, che lega i presidenti degli Stati Uniti succedutisi dagli anni Novanta fino a oggi a Vladimir Putin, l’ex tenente colonnello del KGB trasformatosi nel demiurgo implacabile della rinascita imperiale russa. Quella linea è il filo del potere che, con differenti gradi di miopia, i leader occidentali hanno cercato di domare, blandire o integrare nel consesso democratico globale. Ma la partita era truccata in partenza: i presidenti americani – spesso più intenti alla narrazione della pace che alla sua effettiva costruzione – hanno proiettato su Putin le proprie aspettative, subendo le sue manipolazioni,. l’aggressività calcolata e la nostalgia non troppo nascosta per un ordine imperiale perduto.

L’apoteosi di questo confronto si è consumata – e continua a consumarsi – nel rapporto tra Donald Trump e Putin, un duello-farsa in cui la scena si alterna tra il teatro della diplomazia e il mercato delle occasioni, fra infingimenti, bugie, ambiguità, inganni, trappole. Trump, il tycoon divenuto presidente, ha incarnato la figura dell’intrallazzista globale: interessato più agli affari che agli equilibri geopolitici, più alle narrazioni semplificate che ai processi diplomatici. Il suo sguardo su Putin non è mai stato strategico, ma commerciale: l’ha trattato come un possibile partner nel business da non scontentare, non come un despota da contenere. Eppure le lezioni del passato avrebbero dovuto mettere in guardia i Presidenti Usa.

Ripercorrendo le tappe del disinganno tutto appare chiaro. Nel decennio post-sovietico, Bill Clinton fu l’alfiere dell’idea che la Russia potesse essere assimilata al nuovo ordine mondiale fondato sulla democrazia liberale. In nome della stabilità globale e dell’allargamento della NATO, chiuse gli occhi sulla rapida erosione dei diritti civili in Russia e sulla concentrazione di potere tra oligarchi e servizi. Fu una pax apparente, comprata al prezzo del silenzio.

Con George W. Bush, l’approccio si fece pseudo-intimista. L’ormai celebre frase “ho guardato Putin negli occhi e ho visto la sua anima” suona oggi come una testimonianza di ingenuità. Mentre Bush rincorreva l’illusione di un leader affidabile, Putin metteva a punto la sua macchina di guerra cibernetica, invadeva la Georgia, proteggeva l’Iran e tornava ad alzare i vessilli dell’egemonia regionale.

Barack Obama, con il suo “reset” diplomatico, cercò di riportare la Russia nell’alveo della cooperazione. I risultati furono disastrosi: l’annessione della Crimea, l’intervento in Siria, l’abbattimento del volo MH17. Le esitazioni nel fornire armamenti all’Ucraina e nel contenere Mosca trasformarono l’eleganza del linguaggio diplomatico in un’arma spuntata.

Con Joe Biden, si è tornati a una politica più assertiva ma anch’essa timida nei momenti cruciali. Dopo l’invasione dell’Ucraina, l’amministrazione ha tardato nel fornire i mezzi militari adeguati e ha lasciato ampi margini all’escalation psicologica di Mosca, dal ricatto energetico alla minaccia nucleare. Ed è perfino finito nel tritacarne dei suoi critici ed avversari politici, come un bellicoso pusillanime. Un ossimoro, il capolavoro dell’ex spia del Kgb.

Donald Trump rappresenta tuttavia il caso più emblematico – e inquietante – del fallimento occidentale. Non si è trattato, come per i suoi predecessori, di una sovrastima diplomatica o di un errore strategico. Trump ha guardato a Putin con ammirazione: non per ciò che faceva, ma per come lo faceva. L’autocrate russo incarnava l’uomo forte, capace di muoversi senza dover rispondere a un’opinione pubblica, senza corti costituzionali né media indipendenti. Un modello alternativo all’“impiccio” della democrazia. Ma anche il suo doppio, si rispecchia in lui, lo ammira scoprendone le affinità elettive.

Trump non ha cercato la pace in Ucraina: ha cercato un deal, un affare. L’idea di “negoziare” con Putin è meno orientata al disarmo che alla divisione delle zone di influenza. Nella logica del businessman newyorkese, la guerra è una forma di concorrenza sleale che danneggia il mercato. La pace, per Trump, qualunque sia, è utile solo se permette di rimettere in funzione lo scambio economico. I morti ucraini contano meno dei bitcoin o le terre rare. E Putin, conoscendo a menadito il suo uomo, ed abituato ad utilizzare il potere come leva per l’arricchimento del suo clan, ha trovato in Trump un partner in affari più che un avversario politico. Si finge paziente, mentre aggredisce, lo elegge come alleato per cancellare gli europei, lo corteggia lasciandogli credere che potrebbe preferirlo a Pechino

Ma qui sta il punto: mentre Trump agisce da speculatore, Putin agisce da restauratore, costruttore dell’impero. Putin non vuole solo restaurare l’influenza russa: vuole riaffermare un principio arcaico di sovranità assoluta, modellata sulla verticalità dello zarismo e sull’onnipotenza dei servizi. In questo, la sua grandeur personale e quella della Russia coincidono: egli è la Russia. Trump si sente anch’egli l’America, ma senza sovrastrutture secolari, interpreta il capitalismo nella sua forma più cinica, indifferente ai confini, ai popoli. Due narcisismi geopolitici si incontrano: il potere per Putin è mezzo e fine; per Trump, è un asset da monetizzare.

La guerra in Ucraina è il terreno su cui queste due visioni si rivelano irriducibilmente inconciliabili. Nessuna reale trattativa può scaturire da un approccio che considera la pace un affare e la sovranità una moneta di scambio. Le illusioni dei leader occidentali – dalla “nuova rotta” di Tony Blair alla “buona chimica” di Biden – hanno solo rafforzato il manipolatore del Cremlino, che continua a usare la debolezza altrui come carburante del proprio disegno egemonico. Oggi più che mai, è chiaro che non si può negoziare con la brutalità come si farebbe in una compravendita di grattacieli. Ma finché la politica estera resterà loro ostaggio, il ring planetario vedrà ancora scontrarsi l’intrallazzista e il manipolatore, in una lotta che potrebbe lasciare solo le macerie.

In questo contesto i leaders politici italiani, Meloni, Salvini e Tajani in testa per le loro responsabilità di governo, appaiono dei nani che inseguono un posto al sole nel cortile di casa propria.

 

Segui Salvatore Parlagreco su:

    

Tags: Bidenbushclintonintrallazzistaobamapechinoputinrussiaspiatrump

Related Posts

Lo psicodramma europeo sugli asset russi. Si tratta, si finge, si tradisce la pace
Articoli

Lo psicodramma europeo sugli asset russi. Si tratta, si finge, si tradisce la pace

16/12/2025

  Gli asset finanziari depositati dagli oligarchi russi negli istituti di credito europei sono oggetto di uno psicodramma europeo. Congelarli...

Trump, Putin & Company, la Grande Abbuffata. Sono insaziabili, se il cuore non regge, però…
Articoli

Le nuove tirannie, assalto alle libertà. Dove si annidano gli aggressori: nomi, testi, obiettivi, strategie, strumenti

15/12/2025

La libertà che viene rivendicata dal mondo Maga- Silicone Valley- Trump, e dalle dai suoi propagini in Europa, con l’Italia...

Nei cortei del 25 aprile solo Pro Pal, il massacro ucraino non emoziona. Chi sono i filorussi d’Italia?
Articoli

I guai provocati dal nazionalismo, lo scisma dell’Occidente, la fine di un’era

13/12/2025

«Gli ideali hanno strane proprietà», osservò amaramente un grande scrittore austriaco, Robert Musil, «tra le altre, anche quella di trasformarsi...

Non sono più un ospite gradito a Trump, ecco perché…Se il Web diventa una fedina penale
Articoli

Non sono più un ospite gradito a Trump, ecco perché…Se il Web diventa una fedina penale

11/12/2025

Non otterrò il visto per andare negli Stati Uniti, dove vivono miei congiunti, perché sulk web ci sono prove inconfutabili...

Mr.Bannon, il padrino di Conte e Salvini, e i fantasmi di un matrimonio…resiliente
Articoli

Mr.Bannon, il padrino di Conte e Salvini, e i fantasmi di un matrimonio…resiliente

11/12/2025

Mr. Bannon, braccio destro e sinistro di Donald Trump al tempo del primo mandato presidenziale, a lungo domiciliato in Italia...

La Pax romana di Conte e Salvini, la pax messianica di Francesco, la pax malandrina di Trump e…
Articoli

Niente social ai minori di 16 anni, l’Australia di Antony Albanese mira al portafogli di Musk-Trump. Altro che patrioti italiani…

10/12/2025

Antony Albanese, Presidente dell’Australia, origine italiana, sfida l’uomo più ricco del mondo, il brutalista in carne ed ossa, feroce ed...

Next Post
Il partito degli astensionisti è il più forte d’Italia, il voto è un’arma micidiale. Il potere lo teme e lo vuole dormiente

Il partito degli astensionisti è il più forte d’Italia, il voto è un'arma micidiale. Il potere lo teme e lo vuole dormiente

Dazi e Borse: la Grande Rapina, il mondo ai piedi dello Sceriffo di Nottingham

I followers, insospettabili, di Netanyahu nel mondo dell’informazione

Gli agguati dell’amico americano, dal “pestaggio” degli ospiti ai dazi. Perché obbedirgli?

Gli agguati dell’amico americano, dal “pestaggio” degli ospiti ai dazi. Perché obbedirgli?

Facebook Twitter

Categorie

  • Aforismi & Citazioni
  • Articoli
  • Culture
  • Deep Room
  • events
  • Inspiration
  • Lifestyle
  • Taccuino
  • Yesterday

Le mie Pubblicazioni

  • > SCOPRI TUTTI I MIEI LIBRI <
  • L’uomo di vetro
  • Il cavaliere ed il monsignore
  • La guerra delle due sinistre
  • Il mistero del Corvo

© 2024 Salvatore Parlagreco - Tutti i diritti riservati

No Result
View All Result
  • #4322 (senza titolo)
  • About
  • Agenda della Sicilia
  • Biografia Salvatore Parlagreco
  • Cinema
  • Contact
  • Contatti
  • Cookie Policy (EU)
  • Eventi
  • Events
  • Events calendar
  • Gela: una storia meridionale
  • Home old
  • I miei articoli
  • Il Cavaliere e il Monsignore
  • Il grande intrigo
  • Il mistero del corvo
  • Il piacere e il potere
  • Il potere delle parole – Le parole del potere
  • Il taccuino
  • L’uomo di vetro
  • La carta dell’autonomia
  • La Guerra delle Due Sinistre
  • Le Mafie
  • Le ragioni dei ragazzi
  • Le ragioni della tolleranza
  • Libri
  • Our training programs
  • Privacy Statement (EU)
  • Testimonials

© 2024 Salvatore Parlagreco - Tutti i diritti riservati