• > SCOPRI TUTTI I MIEI LIBRI <
  • L’uomo di vetro
  • Il cavaliere ed il monsignore
  • La guerra delle due sinistre
  • Il mistero del Corvo
Salvatore Parlagreco
  • Biografia
  • Libri
  • Cinema
  • Articoli
  • Taccuino
  • Eventi
  • Contatti
  • Yesterday
No Result
View All Result
Salvatore Parlagreco
No Result
View All Result

La mappa del potere dopo l’attacco all’Iran di Netanyahu e Trump

23/06/2025
in Articoli
Reading Time: 3 mins read
A A
0
Share on FacebookShare on Twitter

 Nel frastuono dei droni su Teheran e nell’eco dei missili su Kharkiv e Rafah, si disegna silenziosamente una nuova Jalta – senza mappe, senza generali, ma non meno incisiva. La geografia non si spartisce più con righelli su tavoli di conferenze, bensì con flussi di dati, algoritmi, guerre ibride e cinismi strategici. Non serve più firmare trattati: basta dissimulare, tacere, deviare, mentre la realtà si ridefinisce nel sottobosco delle intese informali.

la convergenza di interessi fra Trump e Putin, nella forma di una spartizione implicita del potere globale. Il Medio Oriente in mano agli autocrati di destra (Trump e Netanyahu), l’Europa declassata e destabilizzata a beneficio della Russia imperiale. Tutto avviene senza dichiarazioni formali, ma con gesti, silenzi, voti all’ONU e omissioni strategiche.

Il basso profilo russo per l’attacco statunitense all’Iran è una liturgia diplomatica. Il Cremlino protesta con toni misurati, ma non minaccia, non interviene, non schiera. Non è debolezza: è convenienza. La Russia non ferma l’America che colpisce lo sciismo iraniano, anzi: l’asse Teheran-Mosca, sempre fragile e utilitaristico, può tranquillamente essere sacrificato se in cambio si apre uno spazio di influenza sull’Europa. La convergenza di interessi fra Trump e Putin, nella forma di una spartizione implicita del potere globale, disegna la mappa del potere. Il Medio Oriente in mano agli autocrati di destra (Trump e Netanyahu), l’Europa declassata e destabilizzata a beneficio della Russia imperiale. Tutto avviene senza dichiarazioni formali, ma con gesti, silenzi, omissioni strategiche.

Putin ha ottenuto tutto ciò che poteva in Siria. In Iran, il rischio era quello di un’escalation incontrollata in un’area in cui Mosca ha influenza ma nessuna leva decisiva. Meglio lasciare campo libero a Trump, in cambio di un premio più ambito: la delegittimazione dell’Europa come attore geopolitico.

La contropartita è evidente: l’America trumpiana si disinteressa dell’Ucraina, lascia che le truppe russe consolidino le annessioni e spezzino ogni possibilità di reintegrazione territoriale. Trump non vuole la guerra, non per pacifismo, ma per calcolo: un’Europa debole, frammentata, privata della protezione atlantica e preda di tensioni interne, su cui i nazionalisti filo-russi possano soffiare e prosperare.

L’adesione USA ai voti filorussi nelle sedi ONU non è stato un errore diplomatico: è una precisa strategia di demansionamento dell’Occidente, in cui l’UE non è più alleata, ma concorrente da depotenziare. Il G7 perde rilevanza, la NATO viene sfidata dall’interno, e l’Europa – senza sicurezza, senza voce univoca, senza leadership – rischia di diventare terra di nessuno.

Trump e Putin si conoscono da molto prima delle elezioni del 2016. Le tracce d’affari – immobiliari, bancari, energetici – risalgono agli anni ’90, quando entrambi erano uomini in cerca di legittimazione. L’uno erede impoverito del sogno americano, l’altro reduce dalla dissoluzione sovietica. Le fortune personali e politiche dei due si sono spesso incrociate, in modo dissimulato ma tenace, grazie a una rete di intermediari, oligarchi, banche e interessi comuni. Oggi, quel matrimonio d’interesse si rinnova con una posta in gioco globale: il Medio Oriente a Trump, l’Europa a Putin. Il primo ottiene petrolio, appalti, consenso evangelico e l’alleanza con Israele e Arabia Saudita; il secondo raccoglie sfere d’influenza post-sovietiche, territori contesi, e il lento ma costante sgretolamento dell’ordine euro-atlantico.

Nel mezzo, due fronti di guerra – Gaza e Ucraina – dove si continua a morire, ma che non rientrano più nelle priorità dei decisori globali. A Gaza, la distruzione prosegue mentre Netanyahu, sopravvissuto a ogni scandalo, rafforza il blocco di potere messianico e suprematista con l’attacco all’Iran,  grazie ala suo braccio armato, Trump. In Ucraina, i rifornimenti militari scemano, la stanchezza occidentale si traduce in ambiguità e la resistenza di Kyiv resta sempre più isolata.

Né Washington né Mosca hanno interesse a chiudere questi conflitti. La guerra a bassa intensità serve a congelare lo status quo, giustificare poteri eccezionali, testare nuove armi e logorare l’avversario.

Ma questo nuovo ordine non ha più padri nobili. Non c’è visione, non c’è pace futura. Non si creano alleanze, si coltivano disgregazioni. L’unico principio guida è la reciprocità del vantaggio: fifty-fifty, finché dura.

Che un giorno questo nuovo patto– fragile, instabile, cinico – possa implodere sotto il peso della sua stessa impunità, è solo un auspicio. Ma intanto si installa. Silenziosamente. Una voce flebile è venuta dal Ministro della Difesa del governo italiano, Crosetto. Ha capito che le grandi democrazie sono in pericolo. Un allarme, a bassa intensità.

 

Segui Salvatore Parlagreco su:

    

Tags: assecrimlinodemansionamentofilorussiiran convergenzaputinteherantrump

Related Posts

Dove sono le fosse comuni? Il generale nega l’Apocalisse di Gaza. Non dovremmo credere nemmeno ai nostri occhi
Articoli

Dove sono le fosse comuni? Il generale nega l’Apocalisse di Gaza. Non dovremmo credere nemmeno ai nostri occhi

31/10/2025

  “E il genocidio a Gaza? 55mila morti denunciati da Hamas, asseverati dalla Albanese e accreditati da Pizzaballa e Zuppi:...

Armiamoci e partite. I messianici d’Israele perdono l’esenzione militare. Ora, se vogliono ammazzare e farsi ammazzare, devono partecipare all’orrore
Articoli

Armiamoci e partite. I messianici d’Israele perdono l’esenzione militare. Ora, se vogliono ammazzare e farsi ammazzare, devono partecipare all’orrore

31/10/2025

C’è un vecchio detto, ma potremmo chiamarla invettiva sprezzante, che ha un record di resilienza invidiabile: armiamoci e partite. Una...

Avanti popolo (di New York) alla riscossa…Potrebbe arrivare a casa nostra? Il mondo è pazzo
Articoli

Avanti popolo (di New York) alla riscossa…Potrebbe arrivare a casa nostra? Il mondo è pazzo

30/10/2025

Ve la ricordate New York, New York. La cantarono Franck Sinatra e Barbara Streisand; dopo averla ascoltata mille volte ti...

Articoli

Ponte sullo Stretto: il controllo è ingerenza, appropriazione indebita di funzioni. Il governo processa i giudici contabii.

30/10/2025

Il controllo della magistratura diventa ingerenza, appropriazione indebita di funzioni, trasgressione. Mancanza di rispetto? Forse anche questo. Invece che studiare...

Disputa da avanspettacolo: vincono facile le banche, niente tassa sugli extraprofitti. Pagano i soliti noti…
Articoli

Siamo in guerra. Guerra Ibrida, radicale, implacabile. I venduti, gli infiltrati, insospettabili, mandanti e le risorse in campo

29/10/2025

Non la guerra che le cronache di casa nostra misurano con i chilogrammi di esplosivo o con il numero di...

«Io non voglio parlare mai con la mia stampa» — Il fuori onda di Giorgia Meloni che racconta l’Italia del silenzio e dell’obbedienza
Articoli

«Io non voglio parlare mai con la mia stampa» — Il fuori onda di Giorgia Meloni che racconta l’Italia del silenzio e dell’obbedienza

28/10/2025

Fuor dal suo sen uscita, davvero. O meglio: uscita da Report, nell’ultima puntata, che ha mostrato un fuori onda finora...

Next Post
Nei cortei del 25 aprile solo Pro Pal, il massacro ucraino non emoziona. Chi sono i filorussi d’Italia?

Il pacifista M5S passa armi e bagagli alla Russia di Putin

Il MUOS in Sicilia rende l’Italia un attore indiretto nelle operazioni militari USA. Governo silente, parlamento assente

Il MUOS in Sicilia rende l’Italia un attore indiretto nelle operazioni militari USA. Governo silente, parlamento assente

Nei cortei del 25 aprile solo Pro Pal, il massacro ucraino non emoziona. Chi sono i filorussi d’Italia?

Il pacifismo filo russo del M5S. E’ vecchia storia, o comincia con l’invasione dell’Ucraina? Indizi, ambiguità, fatti

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Facebook Twitter

Categorie

  • Aforismi & Citazioni
  • Articoli
  • Deep Room
  • events
  • Inspiration
  • Lifestyle
  • Taccuino
  • Yesterday

Le mie Pubblicazioni

  • > SCOPRI TUTTI I MIEI LIBRI <
  • L’uomo di vetro
  • Il cavaliere ed il monsignore
  • La guerra delle due sinistre
  • Il mistero del Corvo

© 2024 Salvatore Parlagreco - Tutti i diritti riservati

No Result
View All Result
  • #4322 (senza titolo)
  • About
  • Agenda della Sicilia
  • Biografia Salvatore Parlagreco
  • Cinema
  • Contact
  • Contatti
  • Cookie Policy (EU)
  • Eventi
  • Events
  • Events calendar
  • Gela: una storia meridionale
  • Home old
  • I miei articoli
  • Il Cavaliere e il Monsignore
  • Il grande intrigo
  • Il mistero del corvo
  • Il piacere e il potere
  • Il potere delle parole – Le parole del potere
  • Il taccuino
  • L’uomo di vetro
  • La carta dell’autonomia
  • La Guerra delle Due Sinistre
  • Le Mafie
  • Le ragioni dei ragazzi
  • Le ragioni della tolleranza
  • Libri
  • Our training programs
  • Privacy Statement (EU)
  • Testimonials

© 2024 Salvatore Parlagreco - Tutti i diritti riservati