Gli Stati Uniti alzano il prezzo della “protezione”: armi, obbedienza e silenzio. L’Europa, secondo Trump, avrebbe “derubato” l’America. Il risarcimento? Più spese militari, dazi vampireschi, più concessioni alle Big Tech americano, e coda fra le gambe, in attesa del risveglio del giaguaro, il giorno dopo. L’Italia guida la marcia del gambero. Tace non solo il governo, ma anche i suoi organi ausiliari: Anzi, è partita una campagna di copertura a favore del giaguaro. Basta dare un’occhiata ai giornali murali governativi. “La Verità” e “Libero” accusano Ursula von der Leyen di voler saccheggiare l’Italia. Operazione depistaggio, per nascondere il vero ricatto: quello atlantico. I dazi americani? Un dettaglio. Il dominio delle piattaforme USA? Invisibile. Il diktat sulle armi? Non pervenuto. Il colpevole è sempre Bruxelles, mai Washington. Una linea editoriale studiata per spostare il bersaglio, difendere l’indifendibile.
E qui si apre la domanda centrale: che cosa spinge un governo e i suoi media a proteggere chi danneggia il proprio paese? Quale contropartita attendono? Un riconoscimento politico da Trump? Una continuità di potere garantita dall’ombrello americano?
Il sovranismo proclamato si dissolve nella subalternità reale. È un’affinità ideologica o un calcolo cinico? O che cosa? In ogni caso, il risultato è svendere l’interesse nazionale.







