Jannik Sinner, ormai dominatore assoluto del tennis mondiale, ha deciso di non partecipare alla prossima Coppa Davis, rinunciando così a rappresentare l’Italia nella massima competizione a squadre. La Federazione italiana ha preferito incassare il colpo in silenzio per non alimentare polemiche, sicché, l’unico Sinner che vedremo in tv sarà quello che cucina spaghetti e beve caffè negli spot ai cambi di campo (altrui), chiosa ironicamente Massimo Gramellini sul Corriere della Sera.
Amatissimo e ormai cittadino del mondo, aveva già sepolto con i suoi successi le vecchie discussioni sull’italianità del suo cognome di origine tedesca. Eravamo riusciti a digerire la scortesia subita dal Presidente Mattarella che l’aveva invitato al Quirinale per compiacersi dei suoi trionfi, declinando l’invito. Ci faceva gonfiare il petto d’orgoglio e sono così poche le occasioni che in cui ci capita! Bisognava perdonargliela. Tuttavia, questo rifiuto di indossare la maglia azzurra ci mette alla prova duramente e riaccende il semaforo rosso. «Mi serve una settimana di vacanza in più, l Davis l’ho già vinta», ha spiegato…senza spiegare. Meglio non commentare, saremmo molto severi. Una vecchia gloria del tennis, brontolone e malocarattere, Nicola Pietrangeli, non se n’è stato zitto: ha espresso delusione, ricordando che la chiamata in nazionale è un onore a cui non si dovrebbe mai dire di no. Fatalmente sono saliti in superficie il suo nome e cognome tedesco, una sciocchezza, naturalmente.
Forse la pressione degli impegni, forse gli interessi economici, o forse qualcos’altro, lo hanno indotto a girarsi indietro. Di certo, migliaia di ragazzi che sognano di diventare Sinner e sventolare il tricolore oggi grazie a lui con la racchetta in mano vedono il loro idolo prendere una strada che lascia un po’ di amaro in bocca. Magari se si facesse chiamare Gianni, l’equivalente italiano di Jannik…








