I patrioti, che hanno preso i voti promettendo un’anacronistica difesa della tradizione e della famiglia naturale da tutte le insidie del demonio progressista, distruggono la loro con destrezza da pop-star. Meloni, Sangiuliano, Lollobrigida, Santanchè: tutti separati, conviventi more uxorio, divorziati, cornificanti/ti, con la specifica che la capa del go- verno ha mollato via social network il compagno giornalista Mediaset… E la Famiglia della Sacra triade? …Del resto la Storia testimonia della fedeltà coniugale di Mussolini, che con voracità priapesca ha sedotto un intero popolo avendo sempre in bocca Dio, la Patria violata e appunto la Famiglia, in teoria sacra, in realtà tradita, abbandonata, spezzata. Come al solito, il problema non è la famiglia tradizionale, che nessuno minaccia a parte chi la usa per farne carne da propaganda nostalgica; ma il rapporto che i politici hanno col potere, usato per favorire i componenti della propria fa- miglia o per sfasciarla promettendo favori pubblici a chi elargisce sollazzi privati. Daniela Raneri sul Fatto Quotidiano (10.9.24) affronta la “delicata” questione usando la clava ed il giavellotto.
Comunque la sia pensi, certo fa impressione che il Vangelo, tanto per dire, a proposito degli immigrati, sia ignorato dagli adoratori fluidi della Triade. Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, sempre e a prescindere dalla materia, ma la storia di “Dio, Patria e Famiglia” da tenere sulla teca e stando comodamente dall’altra parte della barricata come niente fosse non si può sentire.
L’Italia di oggi sembra un palcoscenico dove gli attori della politica, armati di slogan patriottici e benedizioni divine, inscenano un’opera tragica, condita da ipocrisie e contraddizioni. Quelli che si autoproclamano i difensori della tradizione, coloro che sventolano la bandiera della “famiglia naturale” come scudo contro il demonio progressista, finiscono per essere i primi a distruggerla con comportamenti degni di una soap opera di basso livello. Ed è proprio questo che Daniela Raneri, nel suo articolo sul Fatto Quotidiano, ci invita a riflettere: il divario stridente tra la narrazione di chi governa e la loro vita privata.
L’ipocrisia qui non è tanto nei dettagli delle vite private, ma nel fatto che questi stessi personaggi costruiscano la propria carriera politica su una presunta difesa della famiglia tradizionale. I nostri patrioti di cartone non solo sfasciano la loro, ma pretendono anche di farci credere che il nemico sia all’esterno: nei movimenti progressisti, nelle famiglie arcobaleno, nei giovani che osano chiedere libertà e diritti. Chi ha memoria storica non può non notare l’ironia: la Sacra Triade di Dio, Patria e Famiglia è stata già usata, manipolata e tradita da Benito Mussolini, il Duce che parlava di fedeltà coniugale mentre intratteneva relazioni extraconiugali con una voracità che definire priapesca è un eufemismo. La sua retorica è sempre stata quella di un padre della nazione, intento a proteggere il focolare domestico, mentre in realtà si nutriva dei corpi delle donne italiane e del consenso popolare.
E oggi? I politici di turno si cimentano nello stesso gioco, brandendo la sacralità della famiglia come uno stendardo, solo per sventrarla dietro le quinte con le loro azioni. Sono proprio loro a fare della “famiglia tradizionale” carne da propaganda nostalgica, pronta a essere sacrificata sull’altare del potere. Il problema, come fa notare giustamente Raneri, non è la famiglia tradizionale, che nessuno minaccia davvero, se non chi la usa per ottenere consensi e vantaggi. Il vero scandalo è l’uso spregiudicato del potere per favorire i membri della propria famiglia, o peggio, per distruggerla, scambiando favori privati con vantaggi pubblici. Mentre i politici si riempiono la bocca con Dio e la Patria, la loro coerenza si scioglie sotto il sole rovente della realtà: promettono un’utopia di valori rigidi, mentre indulgono nella realtà. Un’indulgenza che non conosce confini né ripensamenti.
E cosa dire della loro devozione religiosa, quella stessa religione che utilizzano come strumento politico? Il Vangelo, con il suo messaggio di accoglienza verso gli ultimi e i disperati, viene puntualmente ignorato quando si parla di immigrazione. Invece di riconoscere l’umanità di chi fugge da guerre e povertà, i moderni adoratori della Triade scelgono di erigere muri, chiudere porti e alimentare la paura dello straniero. Fra il dire e il fare, come sempre, c’è di mezzo il mare, soprattutto quando si tratta di rispettare i principi di compassione e giustizia predicati dalla religione. Ma la storia di “Dio, Patria e Famiglia” è un copione che ormai non si può più sentire, se non per riderne amaramente.
I politici che si ergono a paladini di questi valori sono i primi a tradirli. La vera minaccia alla famiglia non viene dalle coppie omosessuali o dalle famiglie allargate, ma da chi usa questi concetti sacri come maschera per coprire le proprie fragilità, contraddizioni e sete di potere. Il vero problema è sempre lo stesso: il rapporto pericoloso e malsano che la politica intrattiene con il potere. Come dice Raneri, non si può fare finta che Dio, Patria e Famiglia siano valori intoccabili, quando chi li proclama è il primo a calpestarli. E così, in questa grande farsa, restiamo noi, spettatori increduli, a guardare la continua ipocrisia di chi governa e a sperare che, prima o poi, la maschera cada per sempre
			
			






