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Cara Rai, dove vai? Snobba il torturato libico liberato, si lascia sfuggire Cecilia e Papa Francesco e…

24/01/2025
in Articoli
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Fabio Fazio ha intervistato in “IL tempo che fa” Cecilia Sala, la giornalista ostaggio dell’Iran prima di ogni altro network, e poi Papa Francesco ha bissato il successo con un ospite eccezionale, il Santo padre.  In tanti si sono chiesti perché il servizio pubblico della Rai non abbia offerto ai suoi spettatori questi eventi. Problemi di budget? Impossibile. Volontà di assicurarsi gli ospiti, troppo debole? Sarebbe un suicidio. Invito declinato da Cecilia Sala e dal Pontefice? Da escludere. E allora? La Rai naviga su alti mari.

Ampliamo l’orizzonte per cercare di capire che succede. a qualche, accendendo i fari sull’episodio più eclatante dell’anno in corso: il rilascio del cittadino libico accusato dall’Alta Corte penale dell’Aja di atrocità e torture nei lager del suo paese, come direttore delle prigioni. La Rai l’ha trattato come una notizia di terza o quarta fascia. Porta a Porta, tradizionalmente la trasmissione Rai più attiva e meglio frequentata nelle occasioni eccezionali, ha aperto con il rapimento di un bambino appena nato da parte di una coppia di stranieri, ritrovato nell’arco di poche ore. Su Rai 3, linea notte, il libico liberato ha occupato l’intero programma con una audience modesta.  Il secondo canale Rai, il giorno successivo, dopo il TG ha affrontato la liberazione con ospiti che hanno focalizzato l’attenzione sul presunto tentativo della Corte penale internazionale di assegnare diabolicamente il pericoloso libico all’Italia, una patata bollente o una polpetta avvelenata a seconda dell’ottica.

Sono scampoli di una quotidianità del servizio pubblico che sembra dare ragione a quanti credono che l’informazione da due anna a questa parte sia rigidamente governativa. In sostanza la prima e la seconda rete, quest’ultima in modo molto marcato, avrebbero il compito di offrire un’Italia che funziona ed è bene governata, ed alla terza rete siano concessi gli spiragli trasgressivi (Report, Linea Notte) confinati in orari difficili per gli orari e la concomitanza di eventi popolari in altri canali. E’ solo una sensazione o la sterzata è così brusca ed evidente da essere evidente? L’intrattenimento ricalca lo stesso trend ed è confermato dal trasferimento di conduttori e personaggi molto amati in altre reti, da La7 alla Nove-Discovery.

Che il servizio pubblico sia stato da sempre il territorio della lottizzazione politica e della spartizione più severa è un fatto incontrovertibile, che tuttavia si siano superati i paletti della decenza è un punto di. Domanda legittimo. Ne dovremmo dedurre che il camaleontismo possa contare su attori dell’informazione ubbidienti e ben istruiti?

Il servizio pubblico deve apparire indipendente, non solo essere tale. Se la sua immagine si appanna può capitare che il Papa non venga invitato perché su temi sensibili (immigrazione, guerra) esprime valori ed idee differenti da quelli del governo, e Cecilia Sala, la giornalista detenuta a Teheran, preferisca Fabio Fazio per non essere costretta ad omaggiare in forma ridondante il governo italiano che ha contribuito al suo ritorno a casa. Non è senza ragione che Bruno Vespa dopo l’intervista a “Il tempo che fa”, abbia tacciato in un Tweet la giovane giornalista di ingratitudine per la “vergognosa” omissione.

 

 

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Tags: bruno vespacecilia salafabio fazioil bicolinea nottepapa francescoporta a portaraiservizio pubblicotorturatore

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