La bocciatura della Corte dei Conti al Ponte sullo Stretto ha sicuramente un pregio, di avere suscitato il bisogno di un focus sulla sicurezza dell’opera, sul rispetto delle procedure e sulla reale entità dell’investimento. Gli elementi emersi permettono di analizzare la costruzione del Ponte sullo Stretto sul piano della fattibilità, senza la ghigliottina del confronto politico e ideologico-ambientale.
La sostenibilità ambientale e il suo reale impatto sul trasporto pubblico, tuttavia, può essere estrapolata dalla realizzazione di un’opera che costa più di quindici miliardi di euro, quanto una manovra finanziaria, in un contesto di oggettive difficoltà finanziarie dell’Italia? Il cane. Che si morde la coda. L’interrogativo è aperto e va lasciato tale per utilizzare la “finestra” concessa dallo stop della Corte dei Conti e procedere ad una “istruttoria “avanzata e più trasparente, sulla soglia di un ipotetico start effettivo alla costruzione.
Sicurezza dell’opera, anzitutto: otto scienziati mettono sul mirino la vetustà del progetto, vecchio di 28 anni: il Ponte si realizza su un territorio a pericolosità sismica molto alta a causa della frequenza e intensità dei terremoti che si sono succeduti in epoca storica; i piloni del ponte si reggeranno su faglie attive (“Le rocce possono fratturarsi in blocchi che scivolano l’uno rispetto all’altro, formando le faglie, fratture della crosta terrestre, più o meno profonde, in corrispondenza delle quali si verifica un movimento relativo dei due blocchi di rocce”). E’ prevista una campata unica, soggetta ad oscillazioni, l’attraversamento su rotaia e su gomma e una lunghezza senza precedenti al mondo. Finora si è costruito su due campate, l’una destinata alla rotaia, l’altra al trasporto su gomma. C’è più di un motivo per non preoccuparsi, specie se non si hanno le competenze per farsi una opinione corretta. Per come stanno le cose, sembra una sfida alle forze della natura.
Restando nel tema sicurezza va ricordato che il Ministero dell’Ambiente nell’esprimere il suo giudizio, ha indicato ben 60 prescrizioni e raccomandazioni ambientali, che non sono state ancora recepite sia al fine della valutazione dei danni, quanto al fine di una previsione reale dei costi.
Il rispetto delle procedure è l’altro versante su cui è riposta grande attenzione. La Corte dei Conti ha riscontrato vizi di legittimità, che renderà noti entro il mese di novembre del corrente anno. Il rilievo di cui si ha notizia è l’assenza delle firme di dirigenti su una delibera del governo inviata all’UE concernente vincoli ambientali. Con la delibera, approvata dal Consiglio dei Ministri, viene richiesta una deroga all’Europa. Ma se il Cdm si assumesse la responsabilità erariale, oltre che politica, dell’opera, ci viene suggerito, il “vizio”verrebbe superato anche in assenza delle firme.a
L’incognita è l’utilizzo di un progetto vecchio di 28 anni a causa lievitazione dei costi, dai 4,9 miliardi, ai 14 circa di oggi. Una cifra, quest’ultima, che dovrà essere inevitabilmente ritoccata per le opere afferenti i vincoli ambientali, non ancora contabilizzati. Insomma, allo stato, una reale previsione della spesa ancora non c’è.
Non è questione secondaria, è elementare buonsenso imprenditoriale.
La. crescita dei costi ha già provocato peraltro lo sforamento di una soglia cruciale, il 50 per cento della spesa. E ciò richiede che si rifaccia il progetto. Le concessioni non hanno una durata senza limiti, anche per motivi di sicurezza. Se questo criterio è valido per ogni opera, a prescindere dall’entità dell’investimento, dall’uso, pubblico o privato, abitativo o meno, a maggior ragione la norma vigente va rispettato per un progetto di altissimo valore ingegneristico, non foss’altro che per l’upgrading, gli aggiornamenti tecnologici, ambientali ed altro.
Infine, costi-benefici. I treni che attraversano il Ponte a 120 km h. per ragioni di sicurezza, giunti in Sicilia riducono la velocità di percorrenza, secondo i calcoli, a 26 km h. a causa dello stato del trasporto ferroviario nell’Isola. Senza un investimento pianificato e strutturale sul trasporto pubblico in Calabria ed in Sicilia, l’investimento non appare giustificato.
C’è chi propone un’audizione pubblica della Corte dei Conti. E’ una buona idea. La trasparenza ridurrebbe in modo significativo le valutazioni politiche e le posture ideologiche, sulle quali ci si scontra, lasciando ai margini le cose serie: la sicurezza, i grandi interessi che ruotano attorno all’opera e il rispetto della legge. Verrebbe soddisfatta una circostanza che desta indubbia curiosità: il Vice Presidente del Consiglio, Matteo Salvini, è stato per una lunga stagione politica il maggiore detrattore del Ponte, ed oggi è il più solerte, convinto e tenace, fautore e propugnatore. Non ha mai spiegato che cosa ha provocato la sua conversione. Potrebbe essersi creata una aspettativa, ma Messina non sarà mai Damasco. Non avremo una rivelazione, a meno che…
			
			




