L’idea di “un’educazione sentimentale”evoca immediatamente il concetto del romanzo di formazione, quel percorso emotivo che attraversa l’esperienza umana, oscillando tra passione, delusioni e maturazione. A partire da Stendhal, l’amore è stato il tema centrale di riflessioni sia letterarie sia filosofiche, con una particolare attenzione al contrasto tra il sentimento idealizzato e la cruda realtà della vita.
Stendhal stesso, nel suo celebre “Dell’amore”, ci racconta come l’amore sia spesso il risultato di un processo di idealizzazione e cristallizzazione – l’amato, o l’amata, appare come una gemma scintillante, grazie alla fantasia dell’innamorato. Il risultato? Spesso una delusione cocente, quando si torna alla concretezza del quotidiano.
Passiamo ora a Sangiuliano, Ministro della Cultura che – a quanto pare – sarebbe stato recentemente vittima di quella che Stendhal definirebbe una classica infatuazione. Che cosa dire di un politico che vive in pubblico la sua esperienza amorosa, facendone una sorta di “spettacolo mediatico”? Qui ci sarebbe molto su cui riflettere, non senza un pizzico di ironia.
Il ministro innamorato – di cui si vocifera sui giornali e nei salotti del potere – sembra incarnare perfettamente quel dualismo stendhaliano tra sogno e realtà. Magari, mentre firma decreti ministeriali o inaugura mostre, il suo pensiero vaga verso la persona amata, con quella dolce sofferenza che solo l’amore non corrisposto, o l’amore difficoltoso, può portare.
E allora, ci si domanda: l’educazione sentimentale di questo ministro avrà avuto le sue radici nei classici della letteratura francese, o sarà più simile a una commedia all’italiana? Forse dovremmo immaginare il Ministro, come il protagonista di un film di Alberto Sordi, alle prese con la passione travolgente ma immerso in un mondo dove tutto, alla fine, si riduce a un sorriso amaro.
In un’epoca in cui la politica sembra prendere il posto di tutto, anche della poesia, è interessante vedere come il sentimento faccia capolino negli spazi pubblici. Ecco dunque che il **Ministro innamorato, tra una decisione di bilancio e una stretta di mano con un ambasciatore, ci regala uno squarcio di umanità, forse per dimostrare che anche i potenti sono, in fondo, vulnerabili ai colpi di Cupido.
Forse, però, il vero insegnamento che possiamo trarre è che l’amore, anche quando si mescola con il potere e l’ambizione, rimane il grande elemento destabilizzante della vita. Sì, perché in fondo il povero ministro innamorato, che sogna e sospira tra le scartoffie, è solo un altro protagonista di un’eterna educazione sentimentale che ci coinvolge tutti. Magari tra una delusione e un decreto legislativo, troverà anche lui la saggezza che cercava.
Ma, a differenza dei romanzi di Stendhal, qui l’ironia non manca: il nostro ministro non scriverà grandi opere sull’amore, ma ci farà sorridere nel vedere che, anche nell’arena politica, c’è sempre spazio per un po’ di melodramma sentimentale.








