Cosa accomuna sesso e potere? Letizia Pezzali (Domani, 2.11.25) ha posto il quesito ancestrale sulla vecchia questione, ancora attuale e piena di fascino, con una famosa frase, – Tutto ha a che fare con il sesso. Tranne il sesso – che ci regala una dose insopportabile di certezza. Nel senso che al sesso si riconosce grande rilevanza mentre lo si mette…dietro la lavagna. Magari con rammarico.
La cultura popolare siciliana la risposta l’aveva trovata da secoli, con una espressione apodittica per il suo l suo carattere di necessità logica. “Cumannari è megghiu di futtiri”. Se spiegata elegantemente significa che :”il potere conta più del fare l’amore.” Traduzione becera quanto l’aforisma siciliano, cui tuttavia una razionalità va concessa, piaccia o no. Il potere “contiene” la soddisfazione del bisogno di fare l’amore quando, come e con chi vuoi. Se hai il potere, insomma, puoi tutto, per amore e per forza. Ma non è vero il contrario: se ami e non conti niente, non. hai chances
Letizia Pezzali, per rispondere al quesito – che cosa accomuna il sesso al potere – richiamando quella frase famosa:Tutto ha a che fare con il sesso. Tranne il sesso– ammette che la frase di solito piace, ha successo, “ma potrebbe anche essere confutata dicendo che il sesso ha a che fare col sesso e basta. Si potrebbe dire, osserva, che il sesso nasce e si alimenta cibandosi di qualsiasi cosa. e il potere è solo un giocattolo che il sesso incontra di frequente, perché l’umanità è ossessionata dal potere. E allora il sesso appunto lo incrocia, lo ingloba. Lo accoglie come tema. Tutto qua. “
Non vi pare che l’autrice dell’articolo giunga alle stesse conclusione di quella becera cultura popolare siciliana? A me pare di sì. “In verità, forse, non è corretta nessuna delle due impostazioni”, riflette però Letizia Pezzali, tenendoci con il fiato sospeso “ Non è corretto affermare un legame indiscutibile fra sesso e potere, così come non è convincente negarlo. Le cose, come sempre, sono più ambigue. Più intelligenti. Malauguratamente meno facili da mettere in uno slogan.” Conclusione: “Tra sesso e potere esiste una relazione affascinante e inquieta. Non si tratta solo delle evidenti dinamiche che attraversano le interazioni umane, dove desiderio e dominio si intrecciano spesso in modi tortuosi. Più in profondità, entrambi questi concetti ruotano attorno a una questione comune: il rapporto con il rischio e con la sua gestione. Il sesso, nella sua forma più elevata, è apertura all’altro, all’ignoto, a ciò che non si può del tutto prevedere né controllare. È spinta vitale, voglia di scoperta, avventura dell’immaginazione e del corpo. Non è solo atto fisico, ma esposizione: ci si spoglia, ci si consegna, anche solo per un istante, a qualcosa che non governiamo del tutto….”
Tutto vero. Ma è proprio il potere, quando si spoglia, a non abbandonarsi, se non per il tempo necessario alla bisogna. Manca forse un dettaglio, influente. Fra sesso e potere c’è l’amore, che talvolta s’intrufola, magari di soppiatto, senza volerlo, un assalto all’arma bianca, dolce e seducente, e la fa da padrone. Sesso, potere e amore: la trinità, ancora una volta, cui bisogna credere per fede. E chi non ce l’ha la fede? La butta a ridere, se si trova al bar ricorda agli amici la sceneggiata napoletana di quel Ministro della cultura che si incapricciò dell’avvenente imprenditrice campana e dovette lasciare la poltrona fra pianti e rossori verginali di pentimento. E di quel giovanotto, ex compagno della Presidente del Consiglio, vittima del proprio ego e di un fuorionda di Striscia la Notizia, intollerabile per il Potere. Forte, resoluto, saldo, incontentibile.





