Il Ministro Nordio è impagabile, dopo avere studiato in quattro e quattr’otto il fascicolo, ha assolto il detenuto Mohammad Abedini Najafabad, sospettato fagli americani di avere fornito all’Iran preziosi informazioni per fabbricare i droni che, tra l’altro, hanno ammazzato alcuni soldati americani in Medio Oriente. Una ciliegina sulla torta. La rappresentazione di uno scambio di “prigionieri” – la giornalista Cecilia Sala a Teheran e l’ingegnere filo iraniano a Milano – può così passare alla storia come un atto di giustizia: Cecilia, colpevole di trovarsi in un Paese senza leggi civili per fare il suo mestiere, e Abedini, presunto fornitore di armi sofisticate e distruttive, sono diventati entrambi “vittime” di errori giudiziari. Un capolavoro d’ipocrisia, indigeribile.Per evitare il groppo in gola, liberiamoci…del groppo.
L’Iran ha fatto della diplomazia ostaggistica il poker d’assi dei bari impenitenti, ottenendo quel che ha sempre voluto, la scarcerazione del suo “uomo”. Avuta notizia delle manette ad Abidini, ha messo in galera l’italiana più “visibile” (giornalista lei, con genitori influenti), ed atteso senza ansie il ritorno a casa del prezioso “professore”. L’Italia, come in passato, ha rilasciato il detenuto, privilegiando l’opzione umanitaria, dopo avere chiestoi il permesso al Presidente incoming, Trump, (una novità non commendevole), con un rapido e super-riservato blitz a Mar a lago.
Tirate le somme, accanto a Cecilia (soprattutto, e ne valeva la pena), a guadagnarci sono l’Iran e Giorgia Meloni. Non per nulla da Teheran, dopo il rilascio e il verdetto di “non colpevolezza” del Guardasigilli italiano, sono arrivati i ringraziamenti formali al governo di Roma.
Naturalmente il nostro Presidente del consiglio sulla pronuncia della Ministro della Giustizia non c’entra niente. Ribadisco, perciò: un capolavoro confezionato da Palazzo Chigi, dalla sartoria-Meloni, sisters efficienti, che non temono concorrenza. Come vorreste giudicare altrimenti uno scambio di ostaggi preceduto da nulla osta dell’incoming, per sé indecente, trasformarsi in una lezione magistrale di buon governo?
Sì’, siamo rimasti noi, ostaggi delle come come sono: si può non provare gioia per il ritorno a casa di Cecilia, che si fa volere bene da coloro che sanno quanto vale, e tanto, e da quelli che non sapevano nemmeno chi fosse? No, non si può. Certo, c’è la speranza che qualcuno capisca com’è andata, ma la speranza appartiene…al Regno di Papa Francesco, che non può fare a meno di possederla.








