All’Associated Press, una delle tre grandi agenzie internazionali di stampa, è stata comminata dal Presidente degli Stati Uniti la più grave delle condanne per chi fa informazione: divieto di partecipare alle conferenze stampa. La condanna potrebbe tuttavia essere condonata se l’Associated Press modificare la mappa geografica del mondo, che si ostina a mantenere: il Golfo del Messico deve essere chiamato Golfo d’America.
L’Agenzia aveva ricevuto l’ingiunzione a modificare la mappa e non l’aveva rispettata, ritenendo di dovere attenersi alla mappa in vigore, accettata in ogni parte del mondo, senza che alcuno, nemmeno gli Stati Uniti, avesse a lamentarsene.
Trattandosi di un ordine emesso da un’autorità che non ha titolo a darlo, e non volendo compiacere il potere, l’Associated Press ha mantenuto l’antica dizione, provocando l’irritazione del Presidente degli Stati Uniti. L’irritazione si è tradotta in un atto concreto, il divieto di partecipare, che priva l’Agenzia e i suoi clienti, informatori anch’essi, dell’accesso alla fonte delle notizie.
La vicenda acquista vari profili : l’abuso di potere (sul piano etico) e la componente intimidatoria. Non è mai capitato che si imponesse ad un organo di informazione di modificare la geografia, terrestre o marina, con l’eccezione di quei casi in cui si agisca all’interno dei confini nazionali. Nel caso dell’ordine “inflitto” all’Associated Press, la modifica richiesta esce dai confini nazionali ed esercita un abuso verso il vicino Messico.
Il caso non può essere trattato come un “incidente” addebitabile alle modalità trumpiana di gestione del potere ed alla disinvolta consuetudine di trattare il dissenso con furibonda acredine e arroganza, come sostengono gli amici di Trump nel tentativo di placarne le reazioni preoccupate.
C’è di più, molto di più. Il Presidente degli Stati Uniti ha cancellato tutte le regole – etiche, deontologiche, relazionali, diplomatiche ecc. Le regole non esistono, ognuno ha la sua regola, pensiero ispirato a Trump dal suo mentore, l’avvocato maccartista Roy Cohn, secondo il quale la verità non esiste, perché ognuno ha la sua verità.
Salta tutto ciò in cui si è sempre fatto affidamento: la legge, la scienza, il diritto, la giustizia, l’etica ecc. Non basta guardarsi le spalle, ad ogni passo devi aspettarti un inganno, una trappola, un tradimento. Non è la legge del più forte, è peggio, il nightmare, l’incubo. Ogni paura esce dalle visioni oniriche e dalle opere cinematografiche, e si fa realtà.
Credere perciò che basti tener conto delle asperità del personaggio Trump, il brutto carattere e la mancanza di scrupoli – istinto, aggressività, prepotenza, amoralità – come origine delle sue odiose “sparate” e attenersi agli atti ed ambiti istituzionali, politici, relazionali, sociali ed economici, appare improvvido, così come disporsi ad un vassallaggio felice in attesa di tempi migliori, non è sufficiente. Occorre costruire un cordone sanitario, una resistenza dinamica, una coscienza collettiva, servono mezzi e risorse umane per non cancellare millenni di civiltà.








