Sdoganato da tempo, ma in disuso dalle note ufficiali, il termine “sottogoverno” attraversa senza affanni tutte le stagioni della storia repubblicana, segno di vitalità come pratica e cultura politica, grazie al pragmatismo, che lo promuove e alla “lottizzazione”, come metodologia salvifica. La Sicilia, segnata da un declino disperante (fuga di giovani e di cervelli, servizi, trasporti, sanità carenti ecc), lo tiene in. gran considerazione. Il quotidiano on line “Lanazionesiciliana.it”, che accoglie le istanze e gli umori dell’autonomismo e del governo in carica, dà notizia del rinvio di “un vertice del centrodestra sui sottogoverni da assegnare”. Il vertice dovrebbe servire a rasserenare il clima tra i partiti in vista del voto sulla manovrina finanziaria. In gioco le decisioni su circa 100 posti di sottogoverno. Innanzitutto andrà stabilito il metodo di spartizione.
Comunicazione telegrafica ed esaustiva, destinata soprattutto agli addetti ai lavori. Quando il clima si fa brutto, il sottogoverno mostra il lato migliore, lo rasserena, gira pagina, apre il cuore, come l’arcobaleno dopo la tempesta. Essendo cento i posti da assegnare, tutti i partiti, le componenti interne, correnti, sottocorrenti, gruppi di lavoro e di studio, amici fidati della prima ora, potranno essere ripagati delle fatiche che la militanza, seppur qualificata, comporta.
In considerazione della semi-ufficialità della nota pubblicata dal quotidiano on line, il sottogoverno e la sua spartizione rendono imprescindibile una verifica di opportunità, se cioè sia una scelta avveduta darne avviso pubblico nei termini proposti. Le parole contano negli ambiti cui sono destinati. Nelle discussioni al bar, soprattutto, assumono significati assai ruvidi ma netti. Far buon uso di termini ed espressioni che possono gettare discredito sui governanti appare utile. Il termine “sottogoverno”, per esempio, non è neutro, può prestarsi al dileggio, oltre che costituire una medicina che spegne le tensioni, una specie di Prozac politico.
Secondo il Nuovo De Mauro, dizionario di gran pregio, il sottogoverno indica persona o ente che persegue un insieme delle attività illecite, come corruzione, favoritismo, ecc., svolte da un’amministrazione pubblica per conservare o aumentare il proprio potere. Il dizionario del Corriere della Sera è più caustico e severo, il sottogoverno è una forma di malcostume politico per cui le forze e gli uomini di governo, ai vari livelli istituzionali, mediante l’occupazione di posti chiave nell’amministrazione pubblica e in vari enti economici e finanziari, sfruttano e consolidano la propria posizione e quella dei loro amici e sostenitori mediante favoritismi e corruttele.
Il Dizionario La Repubblica-Hoepli, lo rappresenta come Il complesso delle persone che espletano attività illecita di accaparramento di cariche direttive della burocrazia e della pubblica amministrazione o delle aziende produttive controllate dallo stato da parte dei partiti di governo, per trarne profitti a beneficio dei propri elettori
I leaders dei partiti che parteciperanno al vertice del centrodestra siciliano per smaltire le tossine dell’attesa di incarichi pubblici, tutte persone specchiate, stando ai dizionari si appresterebbero a partecipare, incolpevoli, ad una attività illecita di accaparramento di cariche direttive per trarne profitti.
Sarebbe oltremodo saggio, dunque, utilizzare sinonimi che non inducano sospetti di malversazione e cattiva condotta. La metodologia della spartizione, insomma, potrebbe essere mantenuta se serve a eliminare le tensioni, ma la faccia, almeno, quella, bisogna salvarla. Almeno fino a che i cittadini elettori, non decidano di uscire dal torpore e cacciare via i reprobi. Si fa per dire, ovviamente.
 
			 
			







