Tempo di miracoli: dopo quello di Trump a Sharm El Sheikh, ne arriva un altro con la prossima manovra finanziari, battezzata per l’appunto dal Ministro dell’economia, Giorgetti, solitamente parco, un autentico miracolo per le difficoltà e entro le quali ha dovuto destreggiarsi. Bisognava dare soldi ai pensionati, alleggerire il peso dei contribuenti, dare risorse alla sanità, pagare i debiti contratti nel G7 da Giorgia Meloni con l’amico americano ed altro ancora. E’ vero, solo un miracolo avrebbe potuto concedergli di chiudere i conti in pareggio. E miracolo è stato.
C’è però un problema, solo i “credenti” lo riconoscono il miracolo. Il Presidente di Confindustria, Orsini, dice che nella manovra finanziaria non c’è “la crescita”. Il segretario del sindacato più forte, la CGIL, con Landini, ha proclamato uno sciopero generale perché il lavoro è un’altra voce assente, insieme alla sanità e tanto altro.
La Banca d’Italia prevede che le tasse aumenteranno al 42,8 per cento contrariamente agli annunci di Palazzo Chigi e della possibilità di “scippare” una mancia sugli extraprofitti delle banche (i cui guadagni sono arrivati alle stelle) non se ne parla nemmeno perché Forza Italia vigila, senza distrazioni: deve fare gli interessi del banchiere di fiducia, cioè la famiglia Berlusconi, molto presente nel mondo bancario.
I miracoli, come sempre, sono i padri di famiglia, che hanno un salario inchiodato a livelli d’insussistenza, a doverli fare. Il quadro è orribile: il 14 % dei minori e il 10% delle famiglie in Italia vivono in povertà assoluta. La tendenza al peggioramento è certificata dai dati più recenti, in linea con ciò che avviene nel resto del mondo, dove la forbice fra ricchezza e povertà si è allargata invece che restringersi.
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