San Giuliano, secondo Stendhal
(omaggio al maestro del sentimento)
Nel cuore del ministro, dritto e severo,
nacque un amore, profondo e sincero.
Ma come ogni passione che segretamente arde,
San Giuliano si perse in quella dolce vampa tarde.
Non v’era gloria che potesse placare,
né potere che sapesse dominare,
il tumulto che dentro si faceva strada,
come un vento che soffia senza riparo.
Era l’assistente, così pura e lieve,
che portava nel suo sguardo una breve
fiamma di speranza, un candore sereno,
mentre lui, come eroe tragico, restava terreno.
Ah, l’amore che nasce nell’ombra del dovere!
È un fiore che sboccia, ma non può fiorire.
E come Julien, nel suo animo tormentato,
San Giuliano trovava l’amore, ma non il fato.
Ogni sguardo, ogni silenzio di lei,
era per lui un romanzo senza eroi.
Non c’era spazio per la confessione,
solo un cuore che batteva senza remissione.
Come Fabrizio alla corte di Parma,
così San Giuliano, tra carte e dramma,
sognava l’amore, sublime e inviolato,
ma restava nell’ombra, tacito, legato.
Perché il vero amore, secondo Stendhal,
è un viaggio profondo, struggente e fatale.
E così San Giuliano, pur amando silente,
tenne la sua fiamma nascosta alla mente.
Ma nel cuore, tra dovere e passione,
viveva un’educazione, senza lezione.
Perché nell’amore, come ben sappiamo,
la vera libertà è vivere ciò che amiamo.







