Il “senso comune” ha una lunga storia come concetto che rappresenta il bagaglio condiviso di credenze e idee accettate dalla maggioranza. Derivato dalle esperienze quotidiane e trasmesso culturalmente, il senso comune è spesso percepito come un fondamento solido, una base di comprensione collettiva che guida le azioni e le opinioni. Ma proprio in questo risiede il suo potenziale limite: la cristallizzazione di norme e valori che possono ostacolare l’innovazione e la trasformazione sociale. La barriera del senso comune non solo esiste, ma rappresenta un ostacolo significativo all’evoluzione del pensiero umano. Essa si manifesta quando le idee convenzionali e i paradigmi esistenti vengono interiorizzati al punto da soffocare il dubbio e il cambiamento. Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, nel criticare la morale tradizionale, affermava che il pensiero libero nasce solo dalla rottura con il “gregge”, una metafora chiara del senso comune dominante. In questo contesto, la barriera del senso comune diventa la resistenza psicologica e culturale che impedisce a idee nuove e rivoluzionarie di emergere.
Per abbattere questa barriera, è necessaria una combinazione di coraggio intellettuale e apertura al pensiero critico. La filosofia, con la sua tradizione di sfida ai preconcetti, ha sempre fornito strumenti per scardinare le certezze del senso comune. Pensatori come Michel Foucault e Gilles Deleuze ci invitano a decostruire il sapere consolidato, a riconoscere le forze di potere che plasmano il senso comune e a rifiutare la passività dell’accettazione acritica. Inoltre, l’arte e la cultura giocano un ruolo fondamentale nell’abbattimento di questa barriera. Attraverso la provocazione e la sperimentazione, esse ci sfidano a riconsiderare ciò che diamo per scontato. Dalla pittura surrealista alla musica avanguardistica, passando per il cinema d’autore, ogni forma di espressione artistica può contribuire a scuotere il nostro rapporto con il senso comune, rendendoci consapevoli di alternative possibili.
Il mondo nuovo comincerà davvero quando non avrà più senso la barriera del…senso comune? Qui dobbiamo interpretare il termine “senso” in due modi diversi: da un lato, come il significato costruito dal senso comune; dall’altro, come una più ampia concezione di significato. In tal senso, il mondo nuovo non sarebbe un mondo “senza senso” nel senso dell’insignificanza, ma piuttosto un mondo liberato dalle costrizioni del vecchio senso comune, pronto a esplorare nuove forme di significato, forse più complesse e meno rassicuranti.
Lo storico delle idee e il filosofo Thomas Kuhn, nella sua teoria delle rivoluzioni scientifiche, parla di “paradigmi” che, una volta consolidati, resistono al cambiamento fino a quando una crisi non ne impone il superamento. Un nuovo paradigma, un nuovo “senso”, emerge solo quando l’insostenibilità del vecchio diventa evidente. È possibile che un “mondo nuovo” – che possiamo immaginare anche come una nuova fase della nostra evoluzione culturale o sociale – cominci solo quando avremo il coraggio di abbandonare il senso comune, aprendo la strada a interpretazioni più aperte, fluide e dinamiche della realtà.
In sintesi, la barriera del senso comune esiste e, per quanto rassicurante e necessaria in certe fasi della vita collettiva, essa rappresenta un ostacolo al progresso intellettuale e sociale. Abbandonarla richiede un atto di rottura, un’apertura al pensiero critico e all’esplorazione di nuove forme di significato. Forse il mondo nuovo comincerà davvero non quando “non avrà più senso”, ma quando sarà capace di creare nuovi sensi, più adatti alle complessità del nostro tempo.







