“In un’Italia dove tanti giocano a fare la vittima, eccone una vera. La professoressa Cristina Gallo ha atteso otto mesi l’esito nefasto di un esame istologico che, conosciuto per tempo, le avrebbe per- messo di contenere e forse eliminare il tumore di cui è morta ieri a 56 anni. Non ho la presunzione di sostituirmi all’inchiesta innescata proprio dalla denuncia di questa donna coraggiosa, assurta a simbolo di coloro che combattono contro quel mostro molle e informe a cui abbiamo dato il nome di Malasanità.” Massimo Gramellini sul Corriere della Sera dedica il suo corsivo alla prof mazarese. Nel 2023, la professoressa si era sottoposta a un’isterectomia, ma l’esito dell’esame istologico non le viene comunicato se non otto mesi dopo: nel frattempo, il tumore si è diffuso e le metastasi hanno compromesso il quadro clinico. il clamoroso caso dei referti istologici mai consegnati dall’Asp di Trapani:, racconta Vanity Fair, ha provocato un’inchiesta contro i ritardi e i disservizi della sanità siciliana, che oggi coinvolge 19 tra medici e operatori sanitari e che ha scoperchiato uno scandalo di vaste proporzioni. “Dalla sua denuncia è partita l’indagine della Procura di Trapani, che ha portato alla luce una gravissima situazione: i referti mai consegnati non erano un caso sporadico. Quando vengono presentate due interrogazioni parlamentari dal vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè , viene reso noto il numero dei referti rimasti senza consegna: 3.313.”
Negli otto mesi esiziali di attesa Cristina Gallo è riuscita a fare un miracolo prima di morire: far conoscere agli italiani e denunciare alla magistratura che – contrariamente alle assicurazioni delle istituzioni, in testa il governo, e ancora più in alto la Premier Meloni, per la quale tutto va bene, anzi meglio di prima, soprattutto nella sanità – le cose invece vanno male, malissimo. In Sicilia, soprattutto, ma anche nel resto del Paese..
Il destino cinico e baro, anche stavolta, non c’entra niente. “Si bara” con i numeri pure laddove non si dovrebbe mai farlo, sulla salute dei cittadini. E lo si fa senza rossore, sapendo perfettamente che mancano medici, infermiere, presidi sanitari; sapendo che l’assistenza sanitaria nazionale non funziona perché non viene adeguatamente finanziata; perché le carenze del servizio pubblico sono oro colato per l’assistenza sanitaria privata, come dimostrano le liste d’attesa che s’accorciano se metti la mano al portafogli, anche quando è vuoto.
Non è mala burocrazia, malasanità, o sciatteria ed infingardaggine di medici o infermieri. C’è anche questo ma sta demtro un sistema che ha messo la salute nelle mani dei partiti e dei governi. Prevale la lottizzazione del managment, delle fiigure apicali, il comparaggio e la ricerca dei dividendi alle urne. C’è una dissennata scelta politica a monte, che lasciua le cose come stanno , ispirata da un disegno di privatizzazione della sanità, all’americana.. Basta farsi qualche indizio per capire: la stampa governativa italiana, quella più corriva e armata di scimitarra, è finanziata da tycoon della sanità privata molto generosi: sicché quotidiani che non vendono, rimangono in vita; loro sì, non devono sopportare liste di attesa.
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