Fedez è entrato nella lista di Conti per il prossimo Sanremo. Massimo Gramellini se ne chiede la ragione, ricordandoci che la moglie, Chiara Ferragni, è stata “bannata” ed a differenza di lui, si è scusata per l’ambigua beneficenza dei panettoni. Il corsivista del Corriere della Sera, è dell’opinione che i caratteri come Fedez— “pensate a Trump o a certi opinionisti alla moda — non moderano gli eccessi, né si piegano all’intimidazione morale rappresentata dai giudizi e pregiudizi altrui. Restituiscono le accuse colpo su colpo. Non vogliono essere perdonati, ma temuti. Dal loro punto di vista hanno ragione: gli uomini, ed è un comportamento tipico dei branchi, tendono a infierire sulle persone gentili, pensandole deboli, mentre rispettano chi ostenta con strafottenza la propria aggressività, temendone la reazione. Comportarsi da bulli aiuta nella vita, anche se ha un prezzo. Davanti ai bulli si tace, si sopporta o ci si inchina. Quasi mai, però li si ama. Arrivano alla pancia. Non al cuore.”
L’immagine malconcia dei buonisti, additati al pubblico dispregio, sembra dare ragione a Gramellini. Ma se il mondo è in mano ai bulli, quelli che stanno dall’altra parte devono ripensarsi ed imparare a accettare di esserne dominati?
Viviamo in un’epoca che premia l’arroganza, in cui l’audacia dei prepotenti trova terreno fertile nella debolezza collettiva e nella frammentazione sociale. È un mondo in cui la strategia del bullo – la violenza simbolica, la sopraffazione mediatica, l’ostentazione della forza – viene accettata, quando non apertamente applaudita. Ma arrendersi a questa deriva significa sancire la sconfitta definitiva dell’intelligenza critica, della giustizia sociale e della dignità umana. Non dobbiamo chinare il capo.
Combattere i bulli non è un atto di ribellione impulsiva, ma una strategia lucida e sistematica. Ecco come fare:
- RICONOSCI L’ANATOMIA DEL BULLO
- La loro forza è apparente. I bulli si nutrono di consenso, ma non di rispetto. Creano un’illusione di potere che poggia sulla paura e sull’indifferenza di chi li circonda. Questo è il loro punto debole.
- Il bullismo è contagioso. Al contrario di quanto si pensa, il bullo non è mai solo: ha bisogno di seguaci, imitatori, un pubblico che applaude. Neutralizzare il gregge è la prima vittoria.
- STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA: LA FORZA DELLA PAROLA
- Smonta la narrativa. I bulli si costruiscono con retoriche semplici e divisive. Rispondi con fatti e logica, non lasciarti trascinare nella provocazione. Mostrare l’inconsistenza delle loro affermazioni li destabilizza.
- Evita la compiacenza. Ridere alle battute di un bullo o accettare il suo linguaggio è una forma di complicità. Usa parole che elevano il dibattito, non che lo degradano.
- Rispondi senza paura. Il silenzio è l’arma più forte dei prepotenti: usano l’imbarazzo come scudo. Parlare, denunciare, esporsi – anche a rischio di contraccolpi – è l’unico modo per rompere il loro dominio.
- COSTRUISCI RETI DI RESISTENZA
- Sii un leader invisibile. Non cercare di affrontare un bullo in solitudine. Unisciti ad altri che condividono i tuoi valori e agite con coerenza e compattezza. I movimenti collettivi, non gli eroi solitari, vincono le battaglie.
- Educazione all’empatia. Contrasta l’individualismo tossico insegnando il valore del collettivo, della solidarietà e del rispetto. Questo è il più potente antidoto al bullismo.
- Proteggi le vittime. I bulli prosperano isolando i loro bersagli. Offri supporto, visibilità e un rifugio a chi è attaccato, per spezzare il ciclo della sopraffazione.
- IL CONTRATTACCO: AZIONI CONCRETE
- Denuncia senza esitazione. Che si tratti di scuola, lavoro, politica o social media, usa gli strumenti a tua disposizione per denunciare il comportamento abusivo. La visibilità è il peggior nemico del bullo.
- Agisci politicamente. Il bullismo è spesso legittimato da strutture di potere che lo premiano. Combatti per leggi e politiche che riducono le disuguaglianze, proteggono i deboli e puniscono l’arroganza.
- Usa la cultura. Libri, arte, cinema e musica possono smascherare l’ipocrisia e la mediocrità dei prepotenti. Promuovi una cultura di resistenza.
- CAMBIA LA MENTALITÀ COLLETTIVA
- Rendi il coraggio virale. La paura è contagiosa, ma lo è anche il coraggio. Racconta storie di chi ha sfidato i bulli e ha vinto. Celebra la resilienza e la dignità.
- Sradica il mito del “vincente.” Essere aggressivi, arroganti e spietati non significa essere forti. Ripensiamo i modelli di successo, valorizzando integrità, rispetto e gentilezza come segni di vera leadership.
Non è sufficiente sopravvivere: dobbiamo osare resistere.