di Salvatore Parlagreco
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Voto: 10. “Lo sconosciuto avvocato di seconda fila che all’improvviso è diventato indispensabile, per tutti: il Quirinale, il Vaticano, la Casa Bianca, l’Unione europea. E poi la Cgil e la Confindustria.” (L’Espresso)
Beppe Grillo, garante del M5S, Voto: 9. Era in sonno, si è svegliato d’improvviso e perorato l’alleanza con il PD, chiamando in causa anche il Padreterno. Il plebiscito ottenuto dagli iscritti nella consultazione on line, sono una sua vittoria politica e il segno, inequivocabile, che il suo ruolo di assoluta preminenza nel Movimento non è stato scalfito da alcuno, nemmeno dal sodale, Davide Casaleggio, molto tiepido verso il PD
Nicola Zingaretti, segretario del PD, Voto: 8. Ha guidato i dem all’obiettivo, mandare a casa la destra leghista, con un colpo d’incontro, espressione usata nel pugilato per raccontare il pugno sferrato all’avversario, la Lega, mentre si arretra. Un piccolo grande capolavoro tattico.
Dario Franceschini, Ministro alla Cultura, Voto: 8. Il sarto che ha cucito, con pazienza e nel tempo, la convergenza fra Pd e M5S, grazie all’esperienza accumulata nell’atelier più antico e celebre, la Democrazia Cristiana.
Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati, leader dell’ala sinistra del M5S. Voto: 7. E’ stato indicato dal PD come capo del nuovo governo, ma si è fatto da parte. Si è speso dietro le quinte per portare il M5S ad un’alleanza con i Dem.
Matteo Renzi, ex segretario Pd e Presidente del Consiglio. Voto: 7. Dopo avere scavato una trincea fra il PD e il M5S, ha proposto, prima di ogni altro, ed in accordo con Grillo, l’intesa con il M5S. Fiuto e scelta intelligente dei tempi: apprezzata la pubblica rinuncia a partecipare al governo.
Paolo Gentiloni, ex Presidente del Consiglio e Commissario europeo. Voto: 7. Il più equilibrato, prudente, rispettato, conquista una delle poltrone europee più ambite senza sgomitare.
Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Capo politico del M5S. Voto: 5. Esce dalla crisi di governo acciaccato. L’alleanza è rimasta in bilico per sua responsabilità sulla nomina a vice presidente del consiglio. Il Ministero degli Esteri è giudicato unanimamente al di sopra delle sue competenze, un dono per appagare le sue ambizioni.
Stefano Patuanelli, parlamentare e Ministro. Voto: 7. Si è distinto per la sua flessibilità, l’eloquio elegante e sobrio, il comportamento rispettoso degli avversari e degli alleati, una abilità non comune di trovare le soluzioni giuste per ogni problema.
Matteo Salvini, ex Ministro dell’Interno, capo della Lega. Voto: 3. Ha snobbato i palazzi, cercando bagni di folla nelle piazze e nelle spiagge. L’apertura della crisi di governo è stato un regalo agli avversari. Il bisogno di ritornare sulle sue decisioni è stato un tentativo patetico di rimediare al disastro. Lo straordinario balzo in avanti della Lega lo tiene in piedi saldamente, ma le sue chances future risentono degli errori accumulati nel mese di agosto.
Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia. Voto: 6. Capeggia la destra ultrà italiana. Ha aumentato i consensi del suo partito grazie alla sua avversione verso stranieri e migranti. Ha annunciato una ribellione nelle piazze contro il governo appena formato, su cui non ha risparmiato insulti.
Silvio Berlusconi, ex Presidente del Consiglio e leader di Forza Italia. Voto: 4. E’ il simbolo di un declino inarrestabile. Postula l’unità del centrodestra, inascoltato. Vorrebbe rappresentare la destra liberale e moderata. I voti del suo partito si sono trasferiti alla Lega. Vistoso il calo elettorale. Futuro compromesso.
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, Voto: 9. Consueto stile sobrio, un arbitro che non occupa mai il centro scena ma resta sempre vicino all’azione in corso, perciò interviene per tempo e con l’autorevolezza che gli viene unanimamente riconosciuta. Non sapremo mai se in questa occasione la sua attitudine a trovare una soluzione alla crisi in tempi brevi sia stata sostenuta dalla sua appartenenza ideale a una delle parti in causa. E questo accresce i suoi meriti, perché non ha aperto spiragli per un’accusa di parzialità.